ROMA Le basi italiane della missione Unifil nel sud del Libano sono state nuovamente prese di mira dall’esercito israeliano. Secondo qualificate fonti di sicurezza che seguono il dossier e sono in contatto con i vertici della missione dell’Onu, l’attacco è avvenuto alla base 1-31 – già colpita nei giorni scorsi – e sono stati abbattuti due muri di demarcazione della base.
«Oggi diversi muri a T nella nostra posizione Onu 1-31, vicino alla linea blu a Labbouneh, sono caduti quando un caterpillar delle Idf ha colpito il perimetro e i carri armati dell’Idf si sono mossi in prossimità della posizione Onu». Lo scrive l’Unifil su X aggiungendo che «le nostre forze di peacekeeping sono rimaste sul posto e una forza di reazione rapida dell’Unifil è stata inviata per assistere e rinforzare la posizione».
Si tratta dunque di un ulteriore attacco rispetto a quello in cui sono rimasti feriti due militari cingalesi, avvenuto nei pressi del quartiere generale della missione Unifil a Naqoura.
All’Idf è stato notificato che due peacekeeper dell’Unifil sono stati «inavvertitamente feriti durante i combattimenti dell’esercito contro Hezbollah» nel sud del Libano. Lo riferisce l’esercito israeliano esprimendo «profonda preoccupazione per incidenti di questo tipo». «L’Idf prende ogni precauzione per ridurre al minimo i danni ai civili e alle forze di pace. Dato il complesso e difficile ambiente operativo in cui Hezbollah usa strutture civili e Unifil come scudi, l’Idf continuerà a fare sforzi per mitigare il rischio che tali sfortunati incidenti si ripetano», aggiunge.
Mattarella convoca il Consiglio supremo di difesa il 23 ottobre sulla la situazione in Medio Oriente e quella in Ucraina.
«È inaccettabile vedere le truppe dell’Unifil prese nel mirino dall’esercito israeliano, non lo tolleriamo e non vogliamo che ciò si ripeta». Lo ha detto il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron nelle dichiarazioni al termine del summit dei Paesi Med9 a Pafo, a Cipro.
«Ne abbiamo parlato insieme al primo ministro italiano e spagnolo. Siamo i Paesi che contribuiscono storicamente a Unifil – ha aggiunto -. I nostri soldati rappresentano il segno di un sostegno incrollabile a Unifil e del sostegno a Libano». «Fermare la cessione di armi a Israele» utilizzate a Gaza e in Libano «è l’unica leva per porre fine ai conflitti», aggiunge Macron.
«Torno a condannare quanto accaduto contro il contingente Unifil da parte dell’esercito israeliano, non è accettabile, viola la risoluzione 1701 dell’Onu. Il governo ha protestato con decisione. Con Macron e Sanchez abbiamo deciso di stilare una dichiarazione comune». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle dichiarazioni dei leader al termine del summit dei Paesi Med9 a Pafo, a Cipro.
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