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una nuova idea di salute

Sanità in Calabria, Speranza dice “ni” ai medici cubani e pensa ad «una premialità per chi lavora nelle aree più disagiate»

L’ex ministro della Salute a Cosenza. «Qualcuno dimentica la “lezione” del Covid. Il Governo taglia la spesa sanitaria»

Pubblicato il: 11/10/2024 – 18:40
di Fabio Benincasa
Sanità in Calabria, Speranza dice “ni” ai medici cubani e pensa ad «una premialità per chi lavora nelle aree più disagiate»

COSENZA Arriva in netto anticipo rispetto all’orario previsto per la presentazione del suo nuovo libro “Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute.“, nella sede che ospita la Camera del Lavoro di Cosenza. Abituati ai ritardi cronici dei politici, Roberto Speranza, ex ministro della salute, sorprende tutti. Toglie la giacca e resta in camicia, si concede qualche chiacchiera in compagnia dei vecchi “compagni”. Qualcuno chiede di frenare il “ritorno” di Matteo Renzi in area dem e l’ex ministro abbozza un sorriso ricordando quanto dichiarato nei giorni scorsi. «Ci vuole prudenza».
Sanità, autonomia differenziata, Pd e prossimi appuntamenti elettorali: Speranza affronta al Corriere della Calabria, uno ad uno, i temi di strettissima attualità.

La pandemia, il post Covid, la ripresa

Sembrano lontani i giorni impiegati a lottare contro la diffusione del Covid 19. Le misure di contenimento, le continue mutazioni del virus, l’arrivo dei vaccini e il lockdown. «Abbiamo superato l’emergenza e questo è un fatto positivo. La ragione per cui sto girando l’Italia è perché più di qualcuno pare aver dimenticato quella lezione. In quegli anni tutti abbiamo detto “mai più tagli, mai più disinvestimenti, mai più considerare la sanità una Cenerentola” e invece sono due anni e ora si profila la terza manovra di bilancio del governo Meloni, fatta di tagli, di disinvestimenti. Stiamo tornando indietro».
L’ex ministro snocciola i dati. «Eravamo arrivati al 7,4% di spesa sanitaria sul Pil, ora siamo a poco sopra il 6% e questo non va bene. Il 6% è la quota di collasso. E se il servizio sanitario nazionale è debole, se i finanziamenti non ci sono, chi paga il prezzo più alto? Le regioni che stanno bene o le regioni che vivono già condizioni di difficoltà? È chiaro che quando i soldi non arrivano da Roma, chi paga il prezzo più alto è sicuramente una regione del Mezzogiorno, come può essere la Calabria, la Basilicata, la Puglia o la Campania». Prima di sedersi al tavolo dei relatori per presentare il suo ultimo libro, Speranza chiacchiera con il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza Vitaliano De Salazar e sottolinea il suo impegno nel prevedere nel Pnrr una quota di fondi destinati all’acquisto di macchinari sanitari moderni ed alla sostituzione di quelli obsoleti.

E l’autonomia differenziata?

«L’autonomia differenziata sarà un altro colpo esattamente in questa direzione, perché aumenta le diseguaglianze. Già oggi le diseguaglianze esistono e sono forti. Nascere a Reggio Calabria non è come nascere a Reggio Emilia: la qualità dei servizi sanitari purtroppo è molto diversa tra le regioni. L’autonomia differenziata, anziché curare e ridurre queste diseguaglianze, le farà crescere ancora di più».

Sanità calabrese, l’emergenza e le soluzioni

La sanità in Calabria per anni è stata considerata un malato terminale.
Il governatore/commissario Roberto Occhiuto sta tentando di rafforzare in maniera decisiva le dotazioni organiche delle Aziende del sistema sanitario regionale. Il nodo però resta legato alle difficoltà nel reclutare nuovo personale. Una delle soluzioni ha convinto a considerare il reclutamento dei medici cubani. «In un’emergenza si può mettere una toppa per qualche settimana, per qualche mese. Noi abbiamo mandato medici italiani negli altri paesi e in momenti di difficoltà medici di altri paesi sono venuti in Italia. Ma nell’ordinarietà, questo non va bene, nell’ordinarietà bisogna investire formando ragazzi italiani, ce ne sono tanti». Come? «Bisogna allargare le borse di specializzazione, gli spazi per i corsi di medicina e dobbiamo investire chiaramente su risorse che devono strutturalmente stare qui, perché puoi mettere una toppa, ma il problema non lo risolvi». Basta questo? «Dobbiamo rendere più attrattivi i nostri luoghi di lavoro e poi penso che dobbiamo costruire condizioni per cui soprattutto nelle aree più deboli, nelle aree disagiate, ci siano meccanismi di premialità». Si spieghi meglio. «Immagino si possa essere premiati se si lavora in aree più difficili, più delicate».

Elly Schlein in Calabria, il new deal del Pd

Mentre intervistiamo il ministro, la segretaria del Pd Elly Schlein arriva a Mormanno per partecipare agli “Stati generali della Montagna“. «La presenza della segretaria è un segnale importante per la Calabria e penso per il Mezzogiorno e per le aree interne. C’è un pezzo di Paese che non vive nelle grandi città. Noi siamo abituati a occuparci tantissimo dei grandi centri. Io vengo dalla piccola Basilicata, quindi sono anche molto vicino a questa dimensione proprio geografica», sostiene Speranza. Che aggiunge: «Il messaggio che Elly vuol dare è giustissimo, e cioè rimettere al centro anche i cittadini che vivono nelle aree più periferiche».

Campo largo o coalizione progressista

I futuri impegni del Pd (alle porte ci sono i test delle regionali) “costringono” i dem a costruire una valida alternativa al governo Meloni e a livello regionale, al presidente Roberto Occhiuto. Tutte le strade portano al “campo largo”? O forse no. «Io penso proprio di sì, dobbiamo lavorare assolutamente in questa direzione e ci possono essere le condizioni anche in Calabria per aprire una stagione nuova. C’è bisogno di lavoro, di confronto, di dialogo e anche di una proposta di merito molto forte. Io penso che la sanità debba essere il primo punto di un campo delle forze alternative».

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