COSENZA È morto all’età di 67 anni l’avvocato cosentino Lucio Esbardo. Era da tempo malato, ma non hai fatto mancare la presenza in aula. Impegnato nella difesa di molti imputati nei processi Valle dell’Esaro e Reset, Esbardo era iscritto al foro di Cosenza.
“La città di Cosenza piange la scomparsa dell’avvocato Lucio Esbardo al quale ero legato da un rapporto personale, prima ancora che professionale, di grande amicizia e stima reciproca. Era un bravo avvocato e insieme abbiamo difeso in diversi processi importanti. Con lui va via un professionista serio, preparato e una persona perbene”. Così il Sindaco Franz Caruso ha commentato la scomparsa del penalista cosentino Lucio Esbardo, originario di Fagnano e con studio professionale a Roggiano Gravina. “In questo triste momento, mentre tutti i colleghi sono attoniti di fronte ad una perdita così dolorosa, esprimo la mia personale vicinanza ai familiari, unendo al mio personale cordoglio quello di tutta l’Amministrazione comunale. Di Lucio – ha concluso il Sindaco Franz Caruso – serberemo a lungo il ricordo, richiamando alla memoria la sua grande correttezza, sia nei rapporti professionali che in quelli interpersonali”.
«Caro Lucio, il ricordo va, subito, al tempo in cui tenevi le nostre mani al debutto nelle aule di giustizia e al tempo in cui sedevi nei banchi al nostro fianco, con l’umiltà del vero sapere giuridico, per allontanarci dalle ansie di un’attività tante volte pervasa dall’inquietudine.
Ma Tu, Lucio, sei stato e resterai ancora altro rispetto alla guida che ogni avvocato auspica di incontrare sul proprio percorso». È quanto scrive in una nota il Consiglio direttivo della Camera penale di Cosenza composto da Alessandra Adamo, Valentina Spizzirri, Domenico Caputo, Angelo Nicotera, Pietro Sammarco, Sergio Sangiovanni, Francesco Santelli, Gabriele Posteraro e Roberto Le Pera.
«Hai rappresentato l’Avvocatura nella funzione sociale più vera – continua la nota – che le consente di vivere, oggi, nella Costituzione. Nel Tuo segno vivranno le pagine indelebili che hai scritto in tutte le aule di giustizia. Sino all’ultimo dei Tuoi giorni, hai rivendicato il ruolo dell’Avvocato quale epicentro di legalità e perciò hai sempre preteso, da Istituzioni e Magistratura, rispetto per la Toga quale portatrice di “sacri” valori e diritti, facendoci così riflettere sul nostro dovere di comportarci coerentemente con l’Alta funzione costituzionale che rivestiamo. Solo in questo modo, da oggi, in udienza, mentre indosseremo il nostro “cencio nero”, volgendo lo sguardo di lato, non ci sentiremo orfani.
Ti sentiremo al nostro fianco, immaginandoti mentre sfogli quel codice che avevi sempre nelle mani, il più forte gesto in cui -come la Tua testimonianza di vita ci ha insegnato- riposa la forza e l’umiltà dell’essere Avvocato. Ciao Lucio». (f. b.)
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