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L’agguato a Peppe Bruno e la moglie uccisa per errore: Gualtieri rinviato a giudizio

Andrà a processo il 44enne considerato «esponente della cosca di ‘ndrangheta Catarisano». Acquisiti i verbali di Ielapi

Pubblicato il: 16/10/2024 – 9:57
L’agguato a Peppe Bruno e la moglie uccisa per errore: Gualtieri rinviato a giudizio

Andrà a processo Francesco “Ciccio” Gualtieri, il 44enne ritenuto responsabile dell’omicidio della coppia Giuseppe Bruno e Caterina Raimondi, delitto consumato a Squillace la sera del 18 febbraio del 2013. La decisione è del gup, Fabiana Giacchetti. Il classe ’80 è considerato «esponente della cosca di ‘ndrangheta Catarisano, operante nei territori di Roccelletta di Borgia, Borgia e zone limitrofe», arrestato il 13 novembre dello scorso anno nel blitz eseguito dai Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catanzaro. Il 43enne è difeso dagli avvocati Salvatore Staiano, Guido Contestabile e Isabella Camporato.

Il racconto del pentito

A descrivere le fasi dell’omicidio è stato anche il nuovo collaboratore di giustizia Sandro Ielapi, classe ’75 di Catanzaro, i cui verbali sono stati ora acquisiti. «Giuseppe Bruno diceva a tutti in giro che avrebbe dovuto uccidere i Catarisano. Chiedeva le estorsioni nei territori della mia cosca. Stava facendo un vero macello. Cominciammo così a guardarci da lui, temevamo che stupidamente commettesse qualcosa», racconta il pentito in un verbale del 9 luglio 2024, illustrando le fasi dell’omicidio: «Abbiamo aspettato circa 20 minuti, poi arrivò una macchina. Noi eravamo acquattati. Si infilò in retromarcia nel garage. Abbiamo sentito chiudere il cancello. Gualtieri mi ha dato l’ordine di non muoverci e mi ha detto di aspettare nel primo cancello più vicino al luogo dove eravamo noi mentre lui si è portato verso l’altro cancello nel quale era entrata l’auto. Non ho visto Gualtieri sparare, io rimasi a terra e sentii solo gli spari. Da una ventina di metri mi fermai, lui si avvicinò all’altro cancello, mi sono abbassato perché passò una macchina. In quel frangente sentii sparare. Subito dopo mi disse “corri” e andammo per Vallefiorita a piedi sulla terra e raggiungemmo».

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