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‘Ndrangheta e camorra in affari, vent’anni per il boss Bruzzaniti

Condanne emesse al termine del processo “Money Delivery” celebrato con rito abbreviato. 15 anni per il “boss dei Van Gogh” Imperiale

Pubblicato il: 16/10/2024 – 17:59
‘Ndrangheta e camorra in affari, vent’anni per il boss Bruzzaniti

Vent’anni di reclusione a Bartolo Bruzzaniti, ritenuto uno dei principali broker del narcotraffico internazionale, estradato in Italia dal Libano nell’agosto 2023. E sei anni a Raffaele Imperiale, il cosiddetto broker della camorra e soprannominato il “boss dei Van Gogh”, anche lui uno dei più importanti narcotrafficanti al mondo, arrestato nel 2022 da latitante e poi divenuto collaboratore di giustizia. Sei anni in continuazione con un’altra condanna per una pena finale di 15 anni e 6 mesi di reclusione. Sono le principali condanne, oltre ai 20 anni inflitti anche a Domenico Salvatore Papalia, difeso dalla legale Angelica Ottinà, del processo milanese con rito abbreviato ad una quarantina di imputati, davanti al gup Roberto Crepaldi. Processo che è scaturito dall’inchiesta del pm della Dda di Milano Gianluca Prisco, condotta dal Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, su un maxi traffico di droga dal Nord Europa e che aveva portato a 38 arresti nel marzo 2023. Indagine che si era intrecciata con quella della Dda di Reggio Calabria, che lo stesso giorno aveva portato ad oltre 100 arresti e ad un’altra genovese.

Le condanne

Nel processo, tra gli altri, sono stati condannati anche Luca Formisano (13 anni e 4 mesi, rispetto ad una richiesta di 20 anni) e Antonio (13 anni e 9 mesi) e Michael Giordano (6 anni e 4 mesi rispetto agli 11 chiesti), tutti difesi dall’avvocato Amedeo Rizza. A 13 anni e 4 mesi è stato condannato, poi, Franco Barbaro e a 12 anni e 4 mesi Antonio Bruzzaniti. Sei anni per Davide Flachi e 7 anni e 9 mesi per Pasquale Modaffari. Bartolo Bruzzaniti, secondo le indagini, avrebbe acquistato carichi di cocaina da Imperiale e dall’altro presunto broker Bruno Carbone (8 anni e 4 mesi) per rifornire i clan nel Milanese. La cosiddetta “associazione lombarda” della droga sarebbe stata, secondo l’accusa, composta da molte persone “diretta espressione” della ‘ndrangheta. La droga, stando alle indagini, viaggiava sui tir e veniva stoccata in magazzini a Gerenzano (Varese). Partivano camion dall’Olanda “completamente riempiti con 200-300 kg di cocaina a viaggio”. Dall’inchiesta era emersa anche una “joint venture” tra uomini legati alla ‘ndrangheta e alla camorra.

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