REGGIO CALABRIA Primo step sulle “autoriforme” del Consiglio regionale. Parte in prima Commissione la discussione su una delle due proposte di legge presentata nelle ultime settimane dalla maggioranza di centrodestra – quella che stabilisce l’incompatibilità tra le figure di consigliere e assessore regionale e quindi prevede l’introduzione della figura del consigliere “supplente” – ma, anche per la “resistenza” del centrosinistra, si rinvia al momento a un tavolo collegiale chiamato a una riforma complessiva delle due “architravi” politiche e istituzionali della Regione: Statuto e legge elettorale. In linea di massima, dunque – spiegano diversi analisti – si percepisce una “frenata” da parte della maggioranza, che nei giorni scorsi aveva manifestato una certa fretta per portare a casa la figura del consigliere “supplente” e, abbinato a questo testo, la proposta di modifica dello Statuto per introdurre un tetto al numero degli assessori esterni (non più di due): si tratta di due proposte che ovviamente entrerebbero in vigore dalla prossima legislatura. In prima Commissione i rappresentanti del centrodestra – segnatamente il capogruppo di Forza Azzurri Giacomò Crinò e Giuseppe Mattiani della Lega – hanno evidenziato la bontà della Pdl che introduce la figura del “supplente”, motivata anzitutto dalla necessità di «operare una netta divisione tra legislativo ed esecutivo.
Dai banchi dell’opposizione – a quanto risulta dal resoconto di seduta della prima Commissione – sono però partiti critiche, dubbi e perplessità, con la sollecitazione al centrodestra a non procedere a colpi di maggioranza su temi che dovrebbero riguardare tutto l’arco politico e istituzionale coinvolgendo dunque anche la minoranza. Il capogruppo dem Misto Antonio Lo Schiavo ha rimarcato il rischio che «la permanenza del consigliere supplente sia subordinata ai desiderata del presidente e quindi la sua figura avrebbe una debolezza intrinseca». Ernesto Alecci del Pd ha espresso «perplessità sulla posizione del consigliere supplente in caso di revoca del mandato» – «una maggioranza solida potrebbe prevedere che il consigliere titolare di assessorato si dimetta», ha sostenuto provocatoriamente il dem – e inoltre ha rilanciato sull’introduzione del vincolo di mandato. A concludere la discussione la presidente della prima Commissione, Luciana De Francesco, di FdI, che ha ricordato che «era già stata avviata la discussione finalizzata a un riforma che dovrebbe appartenere a tutti» e ha annunciato che solleciterà «l’avvio di un gruppo di lavoro» finalizzato ad una riforma complessiva dell’architettura costituita da legge elettorale e Statuto, un tavolo nel quale potrebbero essere portate anche alcune proposte sempre del centrosinistra in tema di voto disgiunto e di abbassamento della soglia di sbarramento dal 4% al 3%. (a. c.)
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