REGGIO CALABRIA «Almeno 17 persone hanno abusato di lei. E sono solo quelle che abbiamo contato noi». Emerge un quadro drammatico dalle dichiarazioni del procuratore di Palmi Emanuele Crescenti nella conferenza stampa convocata stamattina presso la Questura di Reggio in seguito all’operazione “Masnada ter”, che ha portato all’arresto di 9 persone accusate di violenza sessuale di gruppo ai danni di una minorenne. «Tutte di Seminara, alcune imparentate con esponenti della ‘ndrangheta», di cui uno già in cella per reati inerenti al contesto ‘ndranghetista. Esclusa, però, l’aggravante mafiosa, dal momento che, specifica il procuratore insieme al suo sostituto Letterio De Domenico, «la criminalità organizzata in questo caso non c’entra, non ci sono interessi criminali, anche se è una situazione di degrado dove sicuramente incide una cultura, una mentalità e una sensazione di onnipotenza».
L’operazione «è un approfondimento delle due precedenti». Nove i giovani finiti in custodia cautelare, cinque in carcere e quattro ai domiciliari, tutti di Seminara o con origini nel comune reggino. Una violenza tale continua il procuratore, «in cui la donna è stata trattata alla strenua di un oggetto del desiderio, come un giocattolo. Una situazione che riporta ad altri tempi». Ancora più grave il fatto che si sia «sviluppata in un paese molto piccolo, dove molti sapevano. Questo ci fa pensare». A fare da «gancio» il ragazzo della vittima: «Un quadro particolare anche dal punto di vista psicologico, lui ha fatto leva sui sentimenti e sul loro rapporto all’inizio» spiega Crescenti.
Il “gancio” del ragazzo, le diverse location, le violenze di gruppo. «Tra i casi più gravi di sempre che io ricordi» aggiunge il procuratore. «Non soltanto per il numero di persone coinvolte, ma anche per il cambio di location e la pianificazione». Le violenze sarebbero iniziate già nel 2022 per continuare fino al 2023. Già con Masnada bis, spiegano gli inquirenti, il rischio che venissero fatte pressioni sulle ragazze per ritrattare. «Abbiamo anche rilevato un tentativo di intervenire sulle indagini, di condizionare le testimonianze. Noi cercheremo ovviamente di assicurare la linearità del processo mantenendo il controllo e l’attenzione sulle persone coinvolte». Delle due ragazze, specifica il sostituto procuratore De Domenico, «una è aiutata e supportata dalla famiglia, mentre l’altra ha dovuto vivere anche le pressioni da questa per ritrattare».
«Escludiamo nella maniera più assoluta che la ragazza si prostituisse. Questo lo vogliamo sottolineare perché nei contesti di riferimento era già iniziata a circolare questa voce» aggiunge il sostituto procuratore Letterio De Domenico, anche «a garanzia delle ragazze. Per loro nessun tornaconto economico, sono assolutamente vittime». Solo grazie alle intercettazioni ambientali, in corso per altre tipologie di reati hanno consentito che le forze dell’ordine venissero a conoscenza della storia. «Dimostra ancora una volta che senza intercettazioni noi non possiamo lavorare. In un’epoca in cui noi siamo collegati in tutto il mondo ci chiedono di fare un passo indietro nel 1800, mentre la criminalità cammina sui jet». (Ma.Ru.)
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