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Fusione Cosenza-Rende-Castrolibero, Antoniozzi e De Francesco: «No all’ambiguità»

I due esponenti di Fratelli d’Italia: sul piano politico discutibile l’atteggiamento di chi a parole dice sì alla legge e poi impugna il referendum

Pubblicato il: 18/10/2024 – 11:00
Fusione Cosenza-Rende-Castrolibero, Antoniozzi e De Francesco: «No all’ambiguità»

COSENZA Abbiamo seguito, con competenze diverse, l’iter per la costituzione della città unica di Cosenza. Un iter complesso e partecipato, che ha registrato la presenza di favorevoli e contrari e ha determinato una legge regionale che ha incontrato l’adesione del Pd e l’astensione di alcuni esponenti delle opposizioni. Come partito abbiamo sempre cercato di favorire il dialogo non agendo mai a colpi di maggioranza. Il prossimo 1 dicembre si terrà il referendum sul quale, come prevedibile, pesa l’incognita del giudizio amministrativo. Per noi la città unica non è una questione di vita o di morte ma una grande opportunità per il territorio e la sua crescita. Di fatto, la nascita istituzionale di qualcosa che per i cittadini già esiste». Lo affermano in una nota congiunta Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, e Luciana De Francesco, presidente della prima commissione consiliare regionale, di Fratelli d’Italia. «Qualcuno dice che se il Tar o il Cds  accogliesse le ragioni di chi si oppone sarebbe una sconfitta. Ma per noi non è così. Innanzitutto . sostengono Antoniozzi e De Francesco – riteniamo che l’iter legislativo sia stato rispettoso della Costituzione e che una trasmissione degli atti alla Consulta non potrebbe che sancirlo, seppure allungherebbe i tempi. Ma, da esponenti delle istituzioni, siamo rispettosi della separazione dei poteri. Il problema è invece un altro. Che è legittimo che chi dall’inizio si oppone, per motivi svariati, usi tutte le armi che la democrazia riserva per farlo. Meno legittimo sul piano politico è l’atteggiamento di chi a parole dice sì alla legge e poi impugna il referendum. Invece rimangono attendibili le motivazioni per una fusione che darebbe prospettive diverse alle tre realtà e alle future generazioni. La politica è anche scontro ma non può essere ambiguità.  Abbiamo sempre messo in evidenza i tanti aspetti positivi della fusione perché riteniamo che alla politica spetti il compito di illustrare le proprie posizioni senza personalismi. E su questo continueremo la nostra battaglia. Convinti di poter contribuire a dettare proposte che siano funzionali al capoluogo ma mai presuntuosi di essere depositari della verità. Solo nel confronto di posizioni diverse matura l’idea della democrazia partecipata e per questo pensiamo che il referendum sia una grande occasione . Per noi che diciamo sì ma anche per chi la pensa diversamente».

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