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c’eravamo tanto amati

“Reset”, le dichiarazioni spontanee e i messaggi a distanza tra Patitucci e Porcaro

Il “faccia a faccia” tra l’ex reggente degli “Italiani” e il suo ex “delfino” nel corso del processo abbreviato scaturito dall’inchiesta “Reset”

Pubblicato il: 18/10/2024 – 6:59
“Reset”, le dichiarazioni spontanee e i messaggi a distanza tra Patitucci e Porcaro

COSENZA C’eravamo tanto amati, o forse no. Quella tra Francesco Patitucci e Roberto Porcaro è una amicizia costruita negli ambienti criminali, ma iniziata quando il delfino dell’ex reggente degli “Italiani” era ancora troppo giovane per immaginare di poter diventare, un giorno, il successore del boss. Se la scalata di Patitucci al vertice della presunta Confederazione di ‘ndrangheta cosentina avviene dopo l’arresto di Gianfranco Bruni detto “Il Tupinaro”, come raccontato nel corso del processo ordinario “Reset” dal pentito Mattia Pulicanò (qui i dettagli), la carriera criminale di Porcaro subisce una impennata quando è proprio Patitucci a rimanere coinvolto in alcune operazioni. I rapporti sono idilliaci, segnati da alti e bassi, ma sempre contraddistinti da un profondo rispetto. Tutto cambia quando però, Roberto Porcaro annuncia la volontà di collaborare con la giustizia ed inizia a riempire una serie di verbali di testimonianza resi dinanzi ai magistrati antimafia della Distrettuale di Catanzaro. Qualche settimana dopo, si rimangerà tutto rendendo dichiarazioni spontanee nel corso dell’abbreviato di “Reset”, ritrattando le accuse rivolte ad alcuni soggetti gravitanti nell’orbita criminale bruzia (Patitucci compreso).


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Le dichiarazioni spontanee di Patitucci

E veniamo ad oggi, o meglio allo scorso 7 ottobre quando a Catanzaro si è tenuta l’udienza fiume del processo abbreviato scaturito dalla maxi inchiesta della Dda contro la ‘ndrangheta cosentina. Patitucci prende la parola dopo Mario Piromallo, e prima di Porcaro, e dopo aver ripercorso fatti e misfatti degli anni vissuti da protagonista nella mala bruzia, si sofferma proprio sull’ex delfino e sul «dispiacere» seguito al pentimento poi ritrattato. «Roberto Porcaro io l’ho conosciuto come un bravo ragazzo, poi si è inventato delle cose assurde proprio signor Presidente e alcune cose sono certo che non è farina del suo sacco». E poi l’affondo. «Porcaro Roberto, mio amico, non lo posso negare, persona a cui volevo molto bene e lui ricambiava, si è inventato nelle sue dichiarazioni che il Ruà Gianfranco sarebbe stato il capo di società su Cosenza dal pentimento di Pino e che mi avrebbe mandato un’imbasciata fatta pervenire, un messaggio, dice: “Io non voglio essere più il capo di società”, il Patitucci avrebbe preferito che il capo di società fosse Bruni Gianfranco. Non c’è più niente di falso, Signor Presidente, io vi do le prove, qui si sta celebrando un processo a livello ‘ndranghetistico, se io devo rispondere di associazione mafiosa a livello ‘ndranghetistico io sono colpevole». A proposito del presunto gruppo unico sorto nel Cosentino a seguito della pax sancita dai vertici dei vari clan presenti nella città dei bruzi e nei comuni limitrofi, Patitucci ribadisce la tesi già sostenuta in passato. «Non esiste nessuna Confederazione». «A Cosenza – sostiene l’imputato – sono esistiti il gruppo Pino – Sena, Perna – Pranno, Lanzino – Ruà, Perna – Cicero, il clan dei Bella Bella, Rango – Zingari. È finito tutto il 2011».

Parla Porcaro

Dal «dispiacere» di Patitucci alle dichiarazioni spontanee rese da Roberto Porcaro, come il suo ex boss imputato nel procedimento abbreviato scaturito dall’inchiesta “Reset”. «Francesco Patitucci è un mio amico, era ed è un amico mio, è una persona che voglio bene, ma per un bene non è che si può pagare un’associazione mafiosa», dice l’ex collaboratore. Che aggiunge: «Sentivo Francesco Patitucci che ha detto prima: “Io quando ho saputo il 2023 che Roberto ad aprile – maggio 2023 si stava inventando queste cose mi ha ucciso” e dico pure perché è rimasto male, perché non se lo sarebbe mai aspettato, sapendo che determinate situazioni erano bugie per amor di Dio, io invece la stessa cosa l’ho provata il 2022». Porcaro cita un episodio. «A settembre 2022 mi arriva l’ordinanza di “Reset” e leggo tutte queste cose (…) purtroppo ci sono intercettazioni e cose antipatiche». Le pagine dell’ordinanza, secondo Porcaro, sarebbero riempite da numerosi riferimenti alla sfera familiare e personale, ed a presunti rapporti extraconiugali. E sul punto, in riferimento a Patitucci, dice: «avrei preferito che il discorso si fosse tagliato subito». Insomma, uno scambio “a distanza” tra due vecchi amici decisi a chiarire rancori e dispiaceri. L’occasione per commentare gli ultimi anni vissuti tra blitz, confessioni rese e ritrattate, dissidi e pacificazioni. (f.b.)

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