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L’INTERVENTO

Falvo: «Per anni a Vibo non si muoveva foglia senza che la ‘ndrangheta volesse»

Il procuratore: «Per troppo tempo lo Stato ha dimostrato superficialità, poi è iniziato il cambiamento. Ma serve più attenzione per questi territori»

Pubblicato il: 19/10/2024 – 7:31
Falvo: «Per anni a Vibo non si muoveva foglia senza che la ‘ndrangheta volesse»

VIBO VALENTIA «Quando sono venuto a Vibo la prima volta, alla fine degli anni ’90, qualcuno diceva che la ‘ndrangheta non c’era. Oggi, grazie anche ai collaboratori di giustizia, siamo riusciti a sapere che per trent’anni non si muoveva foglia senza che la ‘ndrangheta volesse». Dopo quasi 10 anni dal suo arrivo, il procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo ricostruisce quello che per anni è stata la drammatica realtà vibonese. Nel corso del primo incontro di Contromafiecorruzione, l’evento di Libera che si tiene in questi giorni a Vibo Valentia, il procuratore ha parlato di una terra dove la criminalità organizzata è riuscita a radicarsi fin dentro le istituzioni e nella società, anche a causa «della superficialità che lo Stato ha dimostrato per troppo tempo».

«In 10 anni 23 operazioni nella provincia di Vibo»

«Dopo l’esperienza in Sicilia, sono tornato qui nel 2014» racconta il procuratore durante la cerimonia di apertura di ieri. «Quell’anno iniziamo il procedimento che diventerà Rinascita Scott. A Messina eravamo in cinque sostituti procuratori, quando sono arrivato qui avevo più dibattimenti, più procedimenti, più arrestati di quanti ne avevamo in cinque là. Io ricordo le relazioni al Csm, quando dicevo loro che non si poteva lavorare in quelle condizioni». Una situazione spesso denunciata dai magistrati e dai giudici, che ancora oggi, nonostante il miglioramento degli ultimi anni, registra una forte carenza d’organico negli uffici preposti e nei tribunali. «Poi si è innescato quello che abbiamo visto negli ultimi 10 anni. Oltre Rinascita Scott, almeno 22 operazioni hanno coinvolto questa provincia e che hanno portato a tutti questi scioglimenti a cui oggi assistiamo» ricorda il procuratore.

Le infiltrazioni della ‘ndrangheta nel tessuto economico

Le operazioni, i processi e un messaggio chiaro. Se per anni lo Stato aveva trattato con «superficialità» il territorio vibonese e in generale la Calabria, adesso c’era una reazione. «La gente con tanta difficoltà ha provato a rialzare la testa. Ma quel cambiamento radicale che pensavamo potesse esserci dopo Rinascita Scott non era possibile, perché tutti quegli anni di disattenzione non si potevano risolvere con un colpo di spugna» continua il procuratore. Anche perché la ‘ndrangheta non si è solo radicata a livello sociale, «ma anche a livello economico. Vibo Valentia è la prima a livello nazionale per interdittive antimafia rispetto alla popolazione, il doppio in confronto a Reggio Calabria. Un dato che arriva dal 2018, su cui ancora non pesa Rinascita Scott».

«Ci vuole più attenzione verso questi territori»

Non solo ‘ndrangheta, il procuratore lancia l’allarme anche per quanto riguarda i crimini violenti slegati dalla criminalità organizzata. «Per tanti anni è stata la provincia con il più alto tasso di crimini violenti, non legati alla ‘ndrangheta ma frutto di quella mentalità. Se tu per tanti anni opprimi un territorio con quelle dinamiche, poi la gente si nutre di quelle dinamiche». La conseguenza, spiega Falvo, è «che poi qui nessuno vuole venire a lavorare: non vengono i medici, non vengono i carabinieri, non vengono i giudici o i magistrati. Io sto facendo una guerra da quando mi sono insediato, a ogni inaugurazione dell’anno giudiziario ripeto la stessa cosa: parliamo delle sedi disagiate, dove i magistrati vanno via e per le quali non viene fatta nessuna legge. Un processo dalle proporzioni di Rinascita Scott è stata affidato a giudici con pochi anni di carriera, che aveva ancora il diritto di crescere come magistrato e non sopportare quel fardello. Alla fine ce l’abbiamo fatta, sono stati bravissimi. Però ci vuole un po’ più di attenzione verso questi territori». (Ma.Ru.)

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