CATANZARO Superare la competizione e puntare ad una collaborazione fattiva e proficua tra sanità pubblica e privata, con quest’ultima complementare alla prima e non sostitutiva. La priorità deve sempre rimanere quella di rispondere ai bisogni dei cittadini, il paziente al centro. «Nel prossimo futuro, sarà forse necessario ripensare l’assetto istituzionale del Servizio Sanitario Nazionale – dice al Corriere della Calabria Alfredo Citrigno Presidente Sezione Sanità di Unindustria Calabria.
«La sanità è un servizio fondamentale, negli ultimi anni in Calabria sta segnando percorsi di crescita dal punto di vista dell’innovazione tecnologica e della qualità dell’offerta. C’è grande voglia di investire nel sistema sanitario regionale con particolare attenzione al miglioramento della qualità del servizio reso ai cittadini, su questo presupposto – sostiene Citrigno – dobbiamo instaurare un dialogo costruttivo con i vertici regionali, con il governatore/commissario Roberto Occhiuto, proprio per far sì che i cittadini calabresi abbiano le giuste risposte e sia garantita la tutela del diritto alla salute».
Appare chiaro ed evidente, soprattutto dopo la complessa fase pandemica, quanto il sistema sanitario nazionale sia fragile. A questo si aggiunge, l’aumento dell’età media della popolazione, quello delle malattie croniche: due variabili che impongono scelte immediate. In questo contesto si inserisce il rapporto tra il settore pubblico e quello privato. Da tempo ormai, una quota consistente di servizi sanitari non passa più dalle strutture pubbliche regionali, ma si sviluppa all’interno del sistema privato. Si pensi alla diagnostica o alla chirurgia. Secondo Citrigno: «l’integrazione tra il sistema sanitario pubblico e privato è fondamentale. Esistono delle eccellenze in entrambi i settori, possono e devono essere assolutamente valorizzate perché possono sostenere l’incremento della migrazione attiva». Per l’imprenditore cosentino, «sul territorio regionale insistono strutture poco conosciute ma capaci di garantire ed offrire servizi sanitari e sociosanitari di alto profilo, di grande qualità. E’ importante promuoverle e informare i cittadini calabresi». Curarsi in Calabria, dunque, è possibile? «Assolutamente si, e deve esserlo sempre di più. Abbiamo una responsabilità, dobbiamo svolgere un ruolo attivo».(redazione@corrierecal.it)
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