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Tra veti e ostracismo, il lungo elenco delle proposte del centrosinistra ancora ferme al palo

Dal “fine vita” alle riforme: diversi i testi legislativi della minoranza che non hanno mai visto la luce. Ma forse il trend ora sta cambiando

Pubblicato il: 20/10/2024 – 10:30
Tra veti e ostracismo, il lungo elenco delle proposte del centrosinistra ancora ferme al palo

REGGIO CALABRIA Lasciate ad ammuffire nei cassetti polverosi di Palazzo Campanella per anni, in alcuni casi anche per più di due anni, dimenticate e mai discusse o, se discusse, discusse in fretta e furia ma giusto per affossarle: ma ora c’è una speranza, magari non grande ma c’è, di rivederle “in vita”. Le leggi presentate dai banchi dell’opposizione di centrosinistra in Consiglio regionale sono quasi una quarantina, dall’inizio della legislatura: a parte qualche rara eccezione, in genere non sono mai arrivate in aula, e spesso non sono mai state esaminate nemmeno nelle commissioni. E’ ovviamente la dura legge dei numeri e della politica, perché è ovvio che i numeri stanno dall’altra parte, da quella del centrodestra, che in questa legislatura in effetti ha fatto la parte del leone non lasciando allea minoranza praticamente alcuno spazio di manovra. Qualcosa, però, negli ultimi giorni, sembra stia cambiando, dopo le diverse sfuriate in aula di esponenti del centrosinistra – si segnala soprattutto il dem Raffaele Mammoliti – che ha denunciato senza mezzi termini la sistematica violazione delle prerogative dell’opposizione evidente soprattutto nel ritardo o spesso nella totale mancanza della calendarizzazione delle proposte di legge della minoranza e delle interrogazioni, in Consiglio regionale, e delle proposte di legge della minoranza spesso anche nelle Commissioni. Le rimostranze – a quanto risulta – avrebbero fatto breccia nel muro della maggioranza nell’ultima conferenza dei capigruppo, con il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso che avrebbe garantito un nuovo “trend”, più rispettoso dell’opposizione. Un primo effetto, piccolo ma visibile, è l’inserimento all’ordine del giorno dell’ultima seduta della Terza Commissione di una proposta di legge del Pd sul servizio di psicologia di base depositata addirittura ad aprile del 2022, quando il capigruppo dem era ancora Nicola Irto, poi diventato senatore qualche mese dopo. Chissà se questo primo segnale sarà seguito da altri segnali, ma il vento ora sembra propizio. Anche se ovviamente ci sono proposte di legge e proposte di legge. Perché ce ne sono di diverse che sono oggettivamente “scomode”, per la maggioranza di centrodestra, ma il fatto innegabile è che nell’elenco compaiono anche proposte di legge di un certo significato, tra quelle concepite dai banchi dell’opposizione, che quantomeno avrebbero meritato una maggiore attenzione.

L’elenco delle leggi “dimenticate”

Sono almeno una ventina i testi presentati dalla minoranza nei primi due anni di legislatura mai esaminati in Consiglio regionale e anche nelle Commissioni, senza dimenticare poi la mancata calendarizzazione di alcune propose di legge di iniziativa popolare ereditate dalla passata legislatura che sono state definitivamente “sepolte” (alcune riguardavano – combinazione – il taglio dei cosiddetti “privilegi dei consiglieri regionali). Giusto per fare qualche esempio di proposte di una certa importanza e di un certo impatto finora destinate all’oblio: quella del Pd sul “fine vita”, risalente al giugno del 2022 ma mai discussa se non fugacemente in prima Commissione. Poi l’oblio. I dem avevano poi anche presentato una legge di riforma dei Consorzi di bonifica, mai discussa neppure in abbinata con quella poi approvata promossa dal presidente della Giunta Roberto Occhiuto e dalla maggioranza (lo stesso è avvenuto per un testo sulle aree industriali presentato da Mammoliti), come mai discussa è stata un’altra proposta del Pd per istituire un Osservatorio sui cambiamenti climatici. La stessa dinamica si è registrata anche per diverse proposte di legge in materia di sanità, per numerose proposte di legge presentate dal Movimento 5 Stelle, dal capogruppo Davide Tavernise (esempio, mai discusse una sua proposta di legge sul Reddito  energetico regionale e una sugli “imboscati” nelle strutture sanitarie) e dal consigliere regionale Francesco Afflitto (esempio, mai discussa una sua proposta di legge sulla riduzione delle spese dei gruppi consiliari), o dal capogruppo del Misto Antonio Lo Schiavo (a esempio, mai discussa una sua proposta co-firmata da Tavernise che rendeva il referendum sulle fusioni dei Comuni non solo consultivo com’è adesso – per Cosenza… – ma vincolante). C’è qualche eccezione, che ovviamente conferma la regola. A esempio, due proposte di legge in tema di legge elettorale – una a firma congiunta di Lo Schiavo e Mammoliti sull’introduzione del voto disgiunto e sull’abbassamento della soglia di sbarramento oggi al 4% e una a firma di Mammoliti sulla reintroduzione dei cinque collegi elettorali provinciali – hanno fatto una fugace  comparsa in prima Commissione Affari istituzionali ma sono state di fatto subito accantonate dalla maggioranza di centrodestra (a quanto sembra non garbano né il disgiunto né il 3% di sbarramento): i due testi però potrebbero essere “ripescati” nel possibile futuro confronto sulle riforme, con riferimento alle eventuali modifiche della legge elettorale e dello Statuto, alla luce della calendarizzazione delle proposte sul “supplente” e sul tetto al numero degli assessori regionali esterni. Finora poi non è stata discussa una proposta di legge dello stesso Mammoliti – risalente a fine giugno 2022 – che punta a una riduzione del 50% dell’indennità per l’esercizio di mandato del consigliere regionale, con contestuale risparmio di oltre un milione di euro all’anno, ma qui probabilmente dal centrodestra non arriveranno segnali di particolare attenzione. Lo stesso Mammoliti inoltre attende da qualche mese la calendarizzazione della sua proposta di legge sull’istituzione di un reddito di dignità, così come attendono una calendarizzazione un’altra dozzina di proposte depositate dai vari consiglieri di minoranza nell’ultimo anno e mezzo.  Certo, da che mondo e mondo e da che politica è politica chi decide è la maggioranza, ma forse l’ostracismo del centrodestra è stato in questa legislatura un po’ eccessivo. Intanto, un primo segnale c’è, nella direzione di una maggiore considerazione delle minoranze: non resta che aspettarne un altro. Perché, al tirar delle somme, alla Calabria farebbe bene una politica che davvero guardi ai contenuti e non solo ai numeri, alle bandiere partitiche e agli interessi di parte (a. c.)

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