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l’affondo

Baker Hughes a CoRo, Agostinelli: «Partita chiusa, Stasi ha cambiato motivazione quattro volte»

Oggi l’incontro nella sede dell’Autorità portuale sull’investimento per un valore di oltre 60 milioni di euro

Pubblicato il: 21/10/2024 – 20:06
Baker Hughes a CoRo, Agostinelli: «Partita chiusa, Stasi ha cambiato motivazione quattro volte»

CORIGLIANO ROSSANO «Per me la partita è chiusa, non c’è nessuna speranza e mi dispiace, naturalmente. Questa era una fabbrica all’interno del porto sostenibilissima. C’era una volontà per non farlo. E’ indubitabile». A dirlo il presidente dell’Autorità di sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio Andrea Agostinelli, nel corso di un incontro con i giornalisti nella sede dell’Autorità portuale di Corigliano-Rosssano in merito all’investimento di Baker Hughes, per un valore di oltre 60 milioni di euro, ormai sfumato. «La procedura c’era – ha detto ancora Agostinelli – l’interesse pubblico straordinario anche, l’azienda è sostenibile al di là di ogni sospetto, le procedure di rilascio delle concessioni ci spettano, che piaccia o che non piaccia, ma la politica e una una certa politica ha preso il sopravvento e alla fine l’investimento è fallito. Non mancava nulla. Per i pescatori abbiamo speso, per i diportisti abbiamo speso. Sul discorso di Mare sud c’è una concessione demaniale che scade nel 2025 e non si può pretendere la revoca solo perché piace a qualcuno revocare una concessione che impiega 15 persone. Ne avremmo discusso. Certamente la condizione era che l’investimento fosse sbloccato e l’investimento non è mai stato sbloccato».

La difesa di Agostinelli

«Non sono mai stato ricattato, assolutamente – ha proseguito Agostinelli – ma la sconfitta la sento. Sono un ingenuo, un romantico sentimentale e quando mi presentano un progetto e ne derivano 200 posti di lavoro o quando parlo con i giovani che sono andati a lavorare al nord che mi dicono, “presidente insista”, io insisto. Alcuni manufatti in porto sono abusivi però di questi non si parla di conformità urbanistica che viene tirata fuori strumentalmente per la banchina. Invece per questi manufatti abbiamo provveduto per la sanatoria del cantiere navale mentre per il mercato ittico, dove alcuni stabili sono abusivi, vedremo cosa succede nella conferenza di novembre». Poi l’affondo su Stasi, sindaco di Corigliano Rossano. «Ha cambiato motivazione per quattro volte. Ha iniziato a parlare di piani regolatori mancanti, di mancanza di conformità urbanistica, da ultimo ha parlato di legalità che è il suo vessillo e quindi non si farà influenzare da nessuno. Ogni momento c’è una scusa diversa per affrontare il problema. Ci sono state altre richieste per avere pezzi di banchine di questo porto da parte di industriali, proposte che noi non abbiamo preso nella minima considerazione perché mancavano tutti i presupposti. Posso garantire che nella futura pianificazione del porto di Corigliano ci dovrà per forza essere anche una destinazione industriale delle banchine. Per quanto riguarda la conformità urbanistica, se si va a Palermo c’è la Fincantieri ed è un porto commerciale, con la nautica da diporto e con i ristoranti». 

I sindacati insistono

Intanto le segreterie nazionali dei sindacati chiedono un incontro ai ministri Urso e Salvini, per tentare di riaprire il tavolo delle trattative. (Ne abbiamo parlato qui)

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