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Traffico di migranti, Capomolla: «Una cellula operativa su Crotone con base in Medio Oriente» – NOMI

Il comandante della GdF D’Alfonso: «Disprezzo verso i migranti, definiti pecore e piccioni dai trafficanti»

Pubblicato il: 21/10/2024 – 11:58
Traffico di migranti, Capomolla: «Una cellula operativa su Crotone con base in Medio Oriente» – NOMI

CATANZARO «Abbiamo dovuto accelerare su questa operazione perché i soggetti attenzionati, soprattutto iracheni, si muovevano in continuazione. Si tratta di un’operazione che ha squarciato il velo su un’organizzazione che opera su più piani, abbiamo attenzionato una cellula che operava su Crotone ma che fa parte di una rete internazionale collocata in Medio Oriente e in paesi europei. Il punto di riferimento era la Turchia, con collegamenti in Iraq con lo sfruttamento della disperazione documentata da un imponente numero di persone che raggiungono le nostre coste». Lo ha detto questa mattina, in conferenza stampa, il procuratore ff di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, descrivendo l’operazione “Levante” condotta questa mattina e cha ha portato all’arresto di 13 persone tra Crotone e Vibo Valentia.

In carcere sono finiti:

Agra Kaifi Agha Qarani;  
Dana Baqe Kaka;
Fakir Lqbal;
Grader Gedr Hersh Alias Khdhirhersh Qadir Khdhir;
Grani Rafiullah;
Irshad Muhammad Alamgir;
Kafur Kheirallah, Alias “Mala Kairi”;
Kalid Karoch, Alias Rawchi;
Mahmood Rezgar Abdelkhalek Mahmood;
Malik Adeel;
Mhamad Abdula;
Saeed Azeez Sabah, Alias Sirwan;

Come raccontato da Capomolla, l’organizzazione aveva «una capacità di profitto inquietante perché sfruttava la disperazione dei connazionali o di altri migranti che provenivano anche da Siria e Kurdistan. La finalità era garantire sbarchi sulle coste italiane e calabresi come Trebisacce e Roccella, ma poi garantire loro il trasferimento attraverso il canale di Ventimiglia e oltre la Manica. Flussi finanziari imponenti con “Hawala”, movimenti di denaro sulla parola, con schede ad hoc e collegamenti con il Nord Europa, fino in Islanda».

Gli arrivi a Crotone e Roccella

Si tratta di un’operazione partita a novembre 2021, ha spiegato Gianluigi D’Alfonso, comandante regionale della Guardia di Finanza, «quando il Reparto navale ha approfondito i contorni di 12 sbarchi che facevano capo ad un’unica organizzazione. Abbiamo così individuato lo schema classico: arrivo su coste calabresi, soprattutto Roccella e Crotone, poi spostamento con i “passeur”». «Accertato anche il pagamento di pedaggi dai 7 ai 12 mila euro per arrivare dalla Turchia, poi 350 euro per passare il confine. Moltiplicare questi importi significa parlare di flussi finanziari enormi». Abbiamo accertato il «disprezzo verso i migranti, definiti pecore e piccioni dai trafficanti. Fino al 2024 arrestati 90 scafisti tra Roccella e Crotone».

«Da 700 a 1.500 euro per un passaporto»

«Abbiamo monitorato l’operatività dell’organizzazione che agiva sul territorio nazionale ma anche lo sviluppo del traffico di migranti della tratta fino in Calabria», ha detto invece Antonio Quintavalle dello Scico della Guardia di Finanza. «Abbiamo poi sequestrato tre esercizi commerciali, due minimarket e un negozio di telefonia. Insomma, un’agenzia di viaggio illecita che attingeva soprattutto dal Cara di Isola Capo Rizzuto. Scoperta poi una grande disponibilità di passaporti in Turchia con un prezzo da 700 a 1.500 ciascuno». «L’indagine ci ha consentito di far luce sul mondo illecito che c’è dietro ogni singolo migrante, abbiamo intercettato persone che hanno esperienza ventennale e quindi un’organizzazione ormai collaudata, agevolata anche da una rete di omertà». Come raccontato, invece, dal colonnello Davide Masucci, comandante della GdF di Crotone, la città pitagorica «era considerata crocevia per il Cara di Isola, un bacino per chi non chiedeva asilo e che erano i soggetti che interessavano all’organizzazione. Indagini difficili perché c’era bisogno di interpreti e tanti non volevano neanche farlo, quindi grande impegno della Gdf». «L’attività ricostruita ha portato a registrare oltre 300 trasferimenti di migranti fuori Italia mentre l’indagine è nata da una denuncia che ci ha aperto un mondo». (redazione@corrierecal.it)

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