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C’è una Calabria dei “Dimenticati”. L’ultimo saggio di Bruno Gemelli arriva in libreria

Il giornalista passa in rassegna 50 figure, diverse tra loro per età, epoca, provenienza, ceto, mestiere, cultura, appartenenza

Pubblicato il: 22/10/2024 – 10:37
C’è una Calabria dei “Dimenticati”. L’ultimo saggio di Bruno Gemelli arriva in libreria

CATANZARO S’intitola “I Dimenticati” l’ultimo saggio di Bruno Gemelli in libreria per i tipi di Città del Sole di Reggio Calabria, realtà editoriale che mantiene il suo faro acceso sulla pubblicistica locale. Anche in questa sua opera Gemelli, giornalista di vaglia e scrittore arguto, non si stanca di scavare tra passato e presente, per richiamare l’attenzione verso personalità, contemporanee e non, sulle quali è caduto l’oblio. I Dimenticati, appunto. Il più delle volte ingiustamente. E così l’autore passa in rassegna cinquanta personaggi, maschi e femmine, per lo più calabresi, diversissimi tra loro per età, epoca, provenienza, ceto, mestiere, cultura, appartenenza. Figure che sono capitate in questo arengo perché hanno attirato la curiosità del cronista che ha dato loro conto in un determinato momento. Naturalmente gli assenti sono un numero infinito. Ma la discrezionalità è il lievito di questi libelli. Una delle figure presenti nell’elenco, Antonio Porchia da Conflenti, disse una volta: “se mi dimenticassi di ciò che non sono stato, mi dimenticherei di me stesso”. Porchia era un emigrato calabrese in Argentina che divenne un famoso aforista. Eppure c’è qualcuno che l’ha ricordato. Alla Calabria, suggerisce l’autore, è toccata anche la sfortunata sorte di non aver avuto un Ennio Flaiano, forse il più grande elzevirista italiano, che sapesse raccontare, e mettere alla berlina, i vizi, i tic, le debolezze e le contraddizioni dei conterranei: e sì che ce ne sarebbe stato bisogno; ma non ha avuto neppure uno scrittore di costume come Andrea Camilleri o Leonardo Sciascia. Rispetto a quest’ultimo molti, forse tutti, pensano che sia stato il primo a scrivere di mafia. In Italia e, quindi, nel mondo. Invece il primato spetta ad un calabrese, Saverio Montalto, pseudonimo di Francesco Barillaro di Ardore, di professione veterinario, rammenta Gemelli, che fu rinchiuso per cinque anni nel manicomio criminale per aver ucciso la sorella Anna a seguito di un tragico errore. Di questa pasta è fatta questa narrazione. Fatti e personaggi dimenticati troppo in fretta.

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