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l’intervista

Landini: «L’Autonomia un rischio per l’Italia». «Il Ponte sullo Stretto? Non è la priorità, si pensi ai giovani»

Il segretario della Cgil al Corriere della Calabria: «Il ddl Sicurezza un attacco alla democrazia. Il disagio sociale si risolve dando risposte»

Pubblicato il: 22/10/2024 – 18:43
di Mariateresa Ripolo
Landini: «L’Autonomia un rischio per l’Italia». «Il Ponte sullo Stretto? Non è la priorità, si pensi ai giovani»

ROMA L’Autonomia differenziata definita come un «rischio per tutta l’Italia» e il referendum come strumento nelle mani dei cittadini «per cancellare leggi sbagliate». L’azione del Governo Meloni e lo scontro con la magistratura etichettato come «un attacco alla democrazia». Nel corso del convegno “Un referendum per l’Italia – quale idea di Paese?” promosso dalle Acli a Palazzo Achille Grandi a Roma, sono stati questi i temi affrontati dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che ai microfoni del Corriere della Calabria ha parlato anche del Ponte sullo Stretto: «Non è quello che serve al Paese, le risorse andrebbero messe su altro», ha spiegato.

Autonomia differenziata e referendum: «Con il voto si possono cancellare leggi sbagliate»

Parlando di Autonomia differenziata il segretario della Cgil ha sottolineato che «rappresenta un rischio», non solo per le regioni del Sud, ma per tutta l’Italia: «Noi abbiamo bisogno di unire questo Paese costruendo delle politiche nazionali. E’ una barzelletta dire che divisi si è più forti. Divisi si conta sempre meno, e c’è il rischio che l’Italia e l’Europa nel Mondo perdano il loro ruolo e il loro significato. Va applicata la nostra Costituzione che parla di una Italia una e indivisibile, e soprattutto che mette al centro il lavoro, la persona e la giustizia sociale. Questa legge – ha aggiunto – va contrastata, con il referendum va cancellata e vanno applicati i valori e i principi della nostra Costituzione, a partire dalla lotta alla precarietà, dalla redistribuzione della ricchezza degna di questo nome, e da garantire i tre diritti fondamentali delle persone: il diritto alla cura con la sanità pubblica, il diritto all’istruzione con la scuola pubblica e il diritto al lavoro con un lavoro dignitoso e non precario». E per quanto riguarda la risposta positiva dei cittadini per la raccolta firme in vista del referendum, Landini ai nostri microfoni ha spiegato: «Adesso bisogna portare a votare più di 25milioni di persone. Non è facile anche perché nel nostro Paese l’astensionismo è altissimo, ma i cittadini con il loro voto possono cancellare quelle leggi balorde e sbagliate che hanno limitato la loro libertà. I referendum sono un modo per disegnare la società che vogliamo, una società libera, fondata sulla giustizia sociale e sulla solidarietà».

«Dal Governo un attacco alla democrazia»

Riguardo all’azione del Governo Meloni, Landini ha parlato di «una logica autoritaria pericolosa». «Questo Governo – ha detto – ha vinto le elezioni ma non rappresenta la maggioranza di questo Paese, non possono pensare che con 12 milioni e mezzo di voti possono decidere per la maggioranza del Paese». Il segretario della Cgil ha poi definito lo scontro con la magistratura un vero e proprio «attacco alla democrazia»: «Quando un Governo mette in discussione l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, mette in discussione uno dei cardini della nostra democrazia. Quando questo Governo fa leggi come il Decreto Sicurezza, che mette in discussione il diritto di manifestare delle persone, sta mettendo in discussione la democrazia».

Ponte sullo Stretto e ddl Sicurezza: «Le risorse andrebbero redistribuite su altro»

Parlando ancora di ddl Sicurezza in relazione alle proteste per il Ponte sullo Stretto, Landini ha rimarcato: «Noi chiediamo esplicitamente di ritirarlo, pensiamo che sia una cosa che non serve. Il disagio sociale non si risolve aumentando le penalità, ma dando risposte ai problemi che abbiamo». E infine, riguardo all’opera che collegherà la sponda calabrese dello Stretto con quella siciliana, il segretario della Cgil ha spiegato: «Non è quello che serve al Paese, le risorse andrebbero messe su altro: su scuole, ospedali, manutenzione del territorio, per estendere il servizio ferroviario, ma anche per dare quelle infrastrutture sociali di cui il nostro Paese ha bisogno: asili e servizi di cura. Si tratta di risorse che andrebbero redistribuite per creare lavoro stabile, uno dei problemi che questo Governo continua a non affrontare è quello dei giovani. Quando hai un Paese dove la maggioranza dei giovani sta andando via perché qui è sottopagato e sfruttato, vuol dire che ci stiamo bruciando il futuro». (m.ripolo@corrierecal.it)

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