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il sopralluogo

Fango e crolli, San Pietro a Maida fa i conti con l’emergenza. Il prefetto: «Priorità il centro abitato» – VIDEO

Caduti 380 mm d’acqua in poche ore. Il comandante dei Vigili del fuoco: «Dopo l’acqua è rimasto il fango e sono rimaste le frane»

Pubblicato il: 23/10/2024 – 12:16
Fango e crolli, San Pietro a Maida fa i conti con l’emergenza. Il prefetto: «Priorità il centro abitato» – VIDEO

SAN PIETRO A MAIDA Una forte ondata di maltempo che ha letteralmente messo in ginocchio il centro di San Pietro a Maida, paralizzata da fango, detriti e smottamenti dallo scorso lunedì. Questa mattina, nel corso di un primo sopralluogo per fare il punto della situazione, a San Pietro a Maida, accompagnato dal sindaco Domenico Giampà, è arrivato il prefetto di Catanzaro, Enrico Ricci.

«Le risorse ci sono»

«Ho visto una situazione che è certamente impegnativa, ma ho visto anche che le risorse ci sono, c’è un dispiegamento molto forte di uomini, dei Vigili del Fuoco, dell’Arma dei Carabinieri, delle associazioni di volontariato», ha detto proprio il prefetto ai microfoni del Corriere della Calabria. «Le amministrazioni comunali – ha sottolineato Ricci – si sono immediatamente mosse, quindi c’è una risposta organica e molto coordinata e consistente. Dobbiamo proseguire per mettere in sicurezza il territorio al più presto». Il Comune di San Pietro a Maida è quasi completamente isolato, ma a preoccupare ancora di più è la evidente pericolosità del centro abitato. A tal proposito Ricci ha spiegato: «Oggi pomeriggio abbiamo una riunione per fare il punto con tutte le amministrazioni, anche questa situazione verrà segnalata per gli interventi necessari».

«380 mm d’acqua in poche ore»

A fare il punto sull’attuale situazione emergenziale ci ha pensato Giuseppe Bennardo, comandante provinciale dei Vigili del Fuoco. «Il territorio è molto fragile, a maggior ragione dopo 380 mm d’acqua in poche ore, chiaramente la situazione è abbastanza difficile un po’ dappertutto, non solo qui a San Pietro a Maida ma anche in altri comuni. C’è una viabilità messa in ginocchio, ci sono tantissimi dissesti. Dopo l’acqua è rimasto il fango e sono rimaste le frane». L’emergenza attuale è anche il segno, drammaticamente evidente, di una fragilità diffusa dei nostri centri storici. «La fragilità è anche legata un po’ anche alla cura del territorio. I fenomeni sono fenomeni intensi, però il territorio ovviamente ha bisogno delle sue giuste cure». (Gi.Cu.)

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