RENDE «Sul Ponte di Messina sento le stesse obiezioni che facevano i detrattori dell’Autostrada del Sole, non sapendo che dopo quell’opera sarebbero arrivate altre strade a cascata, visto che le grandi infrastrutture sono attrattori di altre infrastrutture: il ponte non sarà certo una cattedrale nel deserto». Così Roberto Occhiuto al Teatro auditorium Unical per uno dei talk inseriti nell’evento TgCom24 tour, che oggi ha fatto tappa nell’ateneo di Arcavacata.
Con il presidente della Regione, a rispondere alle domande del direttore della testata, Paolo Liguori, anche il rettore Nicola Leone: il tema del confronto erano infrastrutture e trasporti ma non poteva mancare il riferimento agli ultimi eventi legati al maltempo, o alla gestione dell’acqua: sul punto, Occhiuto ha rivendicato «la riforma del ciclo idrico avviata tre anni fa e che ha mitigato la siccità», poi ha riferito di un’intesa con Salini, ad di WeBuild, sulla «possibilità di mettere a sistema le banche dell’acqua, facendo leva su dighe e invasi non completati o manutenuti, acqua non condotta alle case dei calabresi né irrigua». Se ne perde un sacco in condotte vetuste, «non sapendo che tra qualche anno l’acqua varrà come il petrolio tanto più in un’area come quella del Mediterraneo a rischio desertificazione». «Un ettaro di terra servito dall’acqua – ha aggiunto – vale in termini di reddito e posti di lavoro 50 volte un ettaro senza acqua». Di qui il riferimento all’agricoltura, settore in crescita in Calabria ed importantissimo proprio nell’ottica della mitigazione dei rischi derivati da eventi dovuti ai cambiamenti climatici. Il presidente ha però ricordato che anche per via dello spopolamento delle aree interne e dei campi coltivati, l’agricoltura è stata abbandonata mentre assicurava la cura della terra, dalla pulizia dei canaloni alla manutenzione di alberi e piante.
Ancora sulle infrastrutture, tema centrale del talk trasmesso in diretta su TgCom, Occhiuto ha detto che da quando è governatore, grazie alle sue pressioni sull’esecutivo nazionale, per la SS 106 in tre anni sono stati investiti 3,6 miliardi di euro, «più del triplo – ha rimarcato – del miliardo nei 30 anni precedenti». Sul lotto da Catanzaro a Crotone ha ricordato che i lavori saranno attivati entro l’anno prossimo (a fine mese scade il termine delle domande) così come per i 900 milioni stanziati per ammodernare l’autostrada Salerno – Reggio Calabria. Ancora in riferimento al ponte, ha commentato lo stop dell’alta velocità ferroviaria a Romagnano affermando che «se ci fosse stato il ponte sullo stretto magari Rfi avrebbe avuto la volontà di portare quel progetto anche in Calabria».
Al rettore Nicola Leone tocca elencare i primati di quello che definisce «ateneo di avanguardia nato grazie all’intuizione di politici illuminati»: anzitutto il dato degli alloggi per gli studenti, con il 16% dell’Unical a rappresentare il miglior dato italiano e in particolare il quadruplo della media nazionale, ferma al 4% («Puntiamo al 20% – ha detto Leone – e vogliamo lanciare un messaggio mentre nel resto del Paese si parla di caro alloggi»); proprio sulla popolazione universitaria in aumento, Leone ha parlato di una crescita strutturale: negli ultimi 4 anni l’Unical è stata una delle tre università d’Italia a crescere sempre.
Una crescita generale del 23% dal 2020 laddove in Italia si registra la crescita zero. A Liguori che, ricordando l’importanza della formazione anche per gli imprenditori locali, ha riconosciuto all’informatica e all’intelligenza artificiale dell’Unical lo stesso livello dei più importanti politecnici italiani, Leone ha risposto che una profonda revisione dell’offerta formativa da lui avviata ha permesso di «chiudere corsi asfittici» a favore dell’Innovazione, «e gli studenti ci hanno premiato con la loro scelta». «Questa – ha detto – è una università dove si vive, ci sono tante associazioni, due cinema per i quali a breve indiremo la gara per la gestione e altrettanti teatri, un centro sportivo e presto una nuova cittadella dello sport con una pista olimpionica».
A proposito di internazionalizzazione, il rettore ha citato le dieci lauree internazionali con lezioni in lingua inglese, corsi che hanno totalizzato 5000 domande da 108 Paesi di tutto il mondo, mentre sulla percentuale di laureati occupati ha riportato il dato di Almalaurea che, attribuendo il +3,2% all’Unical, ha segnato in Calabria un dato in controtendenza rispetto alla diminuzione registrata nel resto d’Italia. Poi Leone ha parlato di «un altro falso mito sfatato dai dati», quello dell’emigrazione qualificata, riportando il 60% di laureati Unical che rimane a lavorare in Calabria una volta finito il corso di studi. Infine ha annunciato la costruzione di un grande Palazzo dell’Innovazione che fungerà da acceleratore sulla scia dell’incubatore d’imprese Technest, «scelte che dimostrano la nostra attenzione alla terza missione è l’apertura al territorio con l’impatto all’imprenditoria locale».
Incalzato da Liguori sui pregiudizi che gravano sulla nostra regione, Roberto Occhiuto ha risposto dicendo che «spesso i pregiudizi sono colpa di chi ha governato la Calabria prima di me, che ha parlato solo dei problemi senza far nulla per risolverli». «Io ho deciso di comportarmi come un imprenditore: se parlo dei nostri borghi incantevoli o di giacimenti archeologici sconosciuti anche ai calabresi, non dipingo un’immagine edulcorata dalla mia regione come qualcuno mi accusa di fare, semplicemente non parlo dei problemi della Calabria ma delle sue risorse perché penso che abbiamo più risorse che problemi. L’Unical è un altro esempio di eccellenza nazionale e non lo dico io ma il Censis, negli anni è diventata sempre più prestigiosa e attrattiva per i docenti, gli studenti ma anche per gli investitori. La ‘ndrangheta? Non dico che non esiste (“è più presente a Milano che in Calabria” ha detto a Liguori che a Milano vive), anzi dico che fa schifo tanto che ho dato le mie banche dati alla direzione antimafia, ma non deve diventare un’alibi o una forma di vittimismo che consolida i pregiudizi e induce alla rassegnazione o all’emigrazione giovanile che ci fa perdere pezzi di futuro e di ricchezza ogni anno. Però dico che intanto ci sono anche tante startup e le nuove generazioni che, come ho visto all’ultimo Vinitaly, continuano con successo la tradizione imprenditoriale di famiglia».
«Io e Leone – ha aggiunto – abbiamo realizzato la profezia di Beniamino Andreatta: il rettore e il presidente della Calabria prima o poi saranno laureati Unical, ora non mi resta che fare della Calabria la prima regione d’Italia così come il direttore Leone ha fatto dell’Unical la prima università in Italia».
Infine Occhiuto si è rivolto direttamente alla platea di studenti: «Amate la Calabria. Io sono orgoglioso del sistema universitario calabrese, che è fatto da voi oltre che dai rettori e dai docenti. Ora dobbiamo fare in modo che i giovani calabresi possano scegliere di andare fuori e non debbano farlo per necessità». (euf)
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