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processo “anteo”

Traffico di droga tra Chiaravalle, Vibo e Reggio Calabria: 11 condanne rideterminate in appello

Assolto Emanuele Mancuso. Le indagini avevano disvelato anche un intenso traffico di armi e di esplosivi

Pubblicato il: 23/10/2024 – 18:19
Traffico di droga tra Chiaravalle, Vibo e Reggio Calabria: 11 condanne rideterminate in appello

CATANZARO Pene rideterminate in Appello per gli imputati del processo scaturito dall’inchiesta denominata “Anteo“. I giudici hanno confermata l’assenza di una vera associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, il cui presunto promotore è considerato Giuseppe Fabiano, difeso dall’avvocato Antonio Lomonaco. Del collegio difensivo fanno parte anche gli avvocati Vincenzo Cicino, Renzo Andricciola, Sergio Rotundo, Anselmo Mancuso, Giovanni Russomanno, Mimmo Calabretta ed Enzo Savaro.

Le pene inflitte

Per Damiano Fabiano pena rideterminata in 9 anni e 4 mesi; Giuseppe Fabiano passa ad una pena di 7 anni e 7 mesi; Francesco Fabiano 3 anni; Daniele Cortese 4 anni e 6 mesi; Domenico Giorgio 4 anni e 1 mese; Gianluca Minnella 4 anni e 3 mesi; Bruno Procopio 4 anni; Salvatore Macrì 4 anni e 8 mesi; Vito Chiefari 4 anni; Anthony Salvatore Catanzariti 5 mesi; Roberto Venuto 4 mesi.
Assolto Emanuele Mancuso.

L’inchiesta

Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsione, tentata e consumata, anche con l’aggravante mafiosa, ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi anche clandestine e da guerra, detenzione di materiali esplodenti e furto.
L’attività di indagine diretta dalla Procura distrettuale di Catanzaro – coordinata dall’allora procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dai sostituti Debora Rizza e Stefania Paparazzo – e condotta dalla compagnia carabinieri di Soverato a partire dal marzo 2017, aveva consentito di individuare una specifica organizzazione dedita al traffico di sostanza stupefacente del tipo cocaina, hashish, marjuana, metadone nonché eroina, anche nella forma del cosiddetto cobret, nel basso Ionio catanzarese, con il suo centro nevralgico nell’entroterra dell’area del soveratese, in particolare nel comprensorio di Chiaravalle e comuni limitrofi e con proiezioni nelle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria.
Le indagini avevano disvelato anche un intenso traffico di armi e di esplosivi, che venivano approvvigionati, per la loro successiva immissione nel mercato illecito, prevalentemente attraverso la commissione di furti in abitazioni e in attività commerciali specificamente individuate. (f.b.)

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