VIBO VALENTIA Da «eroi del Covid» a «esuberi». È la triste e paradossale parabola che rischiano di vivere circa 75 sanitari dell’Asp di Vibo Valentia, assunti con contratto a termine con l’emergenza pandemia. Infermieri, oss e personale amministrativo che dal prossimo novembre potrebbero ritrovarsi a casa dopo quattro anni. È l’allarme lanciato dalle categorie sindacali che, dopo un confronto con la commissione prefettizia da poco alla guida dell’Azienda dopo lo scioglimento per mafia, hanno convocato d’urgenza una conferenza per allertare sul «caos» che questo provvedimento potrebbe scatenare negli ospedali vibonesi. Definiscono «paradossale» anche ragioni e tempi dell’avviso arrivato dalla Regione, solo una settimana prima che i contratti inizino a scadere. Soprattutto a lasciare interdetti i sindacati è la motivazione dietro la decisione, ovvero che la «perdita di produttività non giustifica il personale risultante in esubero» e che quindi le nuove assunzioni e le procedure di stabilizzazioni «saranno valutate solo al riassorbimento del totale sovrannumero». Alla conferenza stampa hanno partecipato Luciano Contartese della Fp Cgil, Antonino D’Aloi della Cisl Fp, Massimiliano Lo Gatto della Uil Fpi, Domenico Pafumi della Fials, Domenico La Bella del Nursind, Giuseppe Gliozzi del Nursing Up.
Già dal prossimo 31 ottobre, dunque, verranno a mancare infermieri e personale all’azienda vibonese. Una situazione che «potrebbe portare al collasso dei servizi, visti i problemi che già abbiamo al pronto soccorso» denuncia Luciano Contartese della Fp Cgil. «Loro parlano di esuberi quando qui c’è una criticità e una crisi del sistema sanitario. È vero che loro fanno fede al fabbisogno triennale, al vincolo di bilancio come dice la legge. Ma c’è una criticità che la gente, i cittadini, i lavoratori vivono quotidianamente, non possiamo permetterci di perdere questa forza lavoro». Personale giovane che opera nei vari ospedali, ma anche in carcere, e che «si è ormai specializzato, ha lavorato nel pronto soccorso, nelle sale operatorie, si è formato a nostre spese ed è ora “appetibile” sul mercato. E che ora noi rischiamo di perdere e mandare altrove». Il calo di produttività, secondo i sindacati, potrebbe essere dovuto a errori di comunicazione sui report da mandare alla Regione. Una questione, quella della stabilizzazione dei precari, su cui si era impegnato anche il generale Antonio Battistini, ex commissario dell’Asp di Vibo. «Se dobbiamo fare autocritica, il nostro errore è stato fidarci di lui. Aveva detto che il 6 agosto sarebbe andato in Regione a parlare, ma da lì non abbiamo saputo nulla. Ora ci ritroviamo in questa situazione».
C’è poi il caso del bando, pubblicato con delibera di aprile, per la ricerca di 12 infermieri e 12 oss. «Erano state ricevute migliaia di richieste, anche affidata la gestione del bando a una società ben pagata. Oggi con questa nota della Regione viene sospeso». La conseguenze è che il nuovo padiglione costruito accanto all’ospedale per la medicina d’urgenza rischia di restare chiuso a causa della mancanza di personale. «Una cosa grave, era pronto e non si può aprire per carenza d’organico. Ma allo stesso tempo con questa nota si dice stop alle assunzioni. Significa che purtroppo troveremo nel corridoio del pronto soccorso persone sempre anziane, persone deboli che sono sulle barelle o sulle sedie a rotelle». I sindacati non ci stanno e promettono battaglia, annunciando la richiesta di un incontro al prefetto, di un appello alla Regione e di un sit-in insieme ai lavoratori. «Noi chiediamo urgentemente la sospensiva della nota della Regione Calabria, una proroga dei contratti fino al 31 dicembre e nel frattempo un tavolo tecnico all’Asp di Vibo, dove andiamo a parlare tutti quanti, l’organizzazione sindacale e la parte pubblica per definire il problema». (Ma.Ru.)
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