COSENZA Un incontro con la stampa, nell’area Hospitality dello stadio “Marulla” con tanto di buffet e strette di mano per provare a sancire una tregua, o qualcosa che gli somigli, dopo “la guerra” piombata addosso al calcio cosentino a seguito della penalizzazione in classifica, causa inadempimenti finanziari. A volerlo, dopo mesi a dir poco tribolati per il pallone bruzio, e soprattutto di silenzio (come ha ammesso lo stesso protagonista assoluto dell’evento) assordante (aggiungiamo noi), è stato il patron del Cosenza calcio Eugenio Guarascio. Insieme a lui, a fare gli onori di casa, il direttore generale del club Giuseppe Ursino, il direttore sportivo Gennaro Delvecchio, e, più defilato, il tecnico rossoblù Massimiliano Alvini, oltre ovviamente all’addetto stampa Gianluca Pasqua.
Tutti in tiro e in religioso silenzio ad ascoltare le parole dell’imprenditore lametino.
«Io oggi – ha esordito Guarascio – vorrei che questo incontro si svolgesse nel modo più cordiale possibile. Ci conosciamo da 13 anni, in cui abbiamo trascorso momenti positivi e negativi, che alla fine abbiamo sempre concluso positivamente. Dico positivamente perché, comunque, noi dobbiamo anche ricordare che viviamo in Europa, il continente più ricco al mondo, in cui la Calabria, da dati recenti, occupa l’ultimo posto in classifica. Dobbiamo quindi essere consapevoli che viviamo in una realtà di questo genere. Per non parlare degli altri miei colleghi, la maggior parte sorretti da fondi americani o altro».
Il patron del Cosenza ha proseguito ricordando che «questo è il settimo anno che stiamo mantenendo questa categoria che rappresenta un patrimonio per la città e per la Calabria anche da un punto di vista economico, credo che rappresenti un punto di Pil per questo territorio. La serie B e non categorie minori riesce a fare quello che sta accadendo oggi, cioè riunire qui una trentina di giornalisti. Questo livello è alto e noi dobbiamo trattarlo come tale. È vero – ha continuano – quest’anno abbiamo avuto alcune criticità, io pensavo che il Cosenza fosse perfetto, blindato, ma è successo ciò che non doveva succedere. Quando arrivano le criticità, di fronte a un momento negativo, bisogna essere uniti. La società si batterà fino all’inverosimile per recuperare quello che i ragazzi hanno conquistato sul campo. Perché quest’anno, a differenza degli altri anni – voi ve lo ricordate le partenze della Serie B? (e chi se le dimentica? avranno pensato tutti i presenti, ndr) – noi abbiamo una squadra forte. Abbiamo un direttore sportivo che secondo me è tra i più dotati, uno che capisce di calcio. Ursino sappiamo tutti chi è, per due volte è andato in Serie A, in questo momento con la sua saggezza e il suo modo di fare ci sta aiutando moltissimo. Del mister Alvini io sono quasi innamorato, è una persona schietta, capace, di allenatori così bravi ne ho avuti pochi. Ora ci aspettano 11 partite fino a fine anno e dobbiamo fare il massimo, poi arriverà la seconda fase del campionato. Ma abbiamo bisogno della vostra vicinanza. Dobbiamo recuperare l’affetto della tifoseria e provincia. Il Cosenza per me è un patrimonio importante per la città, ma lo è di tutta la provincia». «Questa parte di provincia – ha detto ancora – ora si chiamerà, speriamo, area urbana, e proprio in questa direzione noi abbiamo bisogno di avere alle spalle di un soggetto forte, mi riferisco alla provincia, ai 150 comuni che ci sono vicini. Dobbiamo recuperare l’affetto dei tifosi ma anche quelli della provincia».
Dopodiché spazio al capannello di giornalisti intorno a un Guarascio disponibile, seppure con mille freni a mano tirati, a rispondere alle domande sulla penalizzazione di 4 punti in classifica e sulle motivazioni della Corte d’Appello Federale della Figc che, di fatto, ha evidenziato le molteplici inefficienze organizzative e amministrative del Cosenza calcio.
Guarascio ha rivelato che questa è una fase in cui si sta ricomponendo tutto. L’imprenditore ha evidenziato che i comunicati usciti finora (il riferimento va alla Figc), come gli è stato assicurato dai suoi legali, sono a favore del Cosenza calcio (anche se, al momento, sembrerebbe il contrario) e non ha voluto esprimersi negativamente, per via di un rapporto umano lungo dieci anni, sull’ex amministratrice, rimossa dal suo incarico, Roberta Anania, una delle artefici, oltre alla società, della penalizzazione in classifica.
Ha ammesso, però, che i danni sono stati ingenti, aggiungendo che la Figc non ha detto nulla sul presidente. «E’ successo un qualcosa – ha dichiarato – che ci ha lasciato tutti basiti, anche perché la nostra storia è sempre stata basata sulla correttezza e sulla puntualità dei pagamenti».
Per Guarascio il ritardo stavolta non è stato causato dalla società e adesso l’obiettivo è quello di rilanciare il Cosenza calcio con l’aiuto di chi è subentrato (la nuova amministrazione societaria gestita da Rita Scalise) a cui spetterà il compito di «vederci chiaro e capire cosa è accaduto».
Sui mancati pagamenti agli steward piuttosto che ai fornitori, Guarascio ha ribadito che si sta ricostruendo tutto per tornare alla normalità ed evitare in futuro che si ripetano problematiche di questo tipo.
Sui pignoramenti al Cosenza calcio, Guarascio ha affermato di essere rimasto anche lui meravigliato. Infine, ha confermato che il club si rivolgerà al Collegio di Garanzia del Coni per puntualizzare tutto con atti alla mano, mentre sulle voci che circolano in città su un’offerta di acquisizione del club da parte di un nuovo acquirente, il patron ha risposto che al momento «non c’è nulla di concreto». (fra.vel.)
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