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il disastro

Milioni di danni e colture ricoperte dal fango. «La bomba d’acqua ha cancellato la mia azienda»

Lo sfogo di uno imprenditore colpito dal maltempo nel Lametino. «L’ultima manutenzione del fiume Amato quindici anni fa. Una catastrofe annunciata»

Pubblicato il: 24/10/2024 – 12:40
Milioni di danni e colture ricoperte dal fango. «La bomba d’acqua ha cancellato la mia azienda»

LAMEZIA TERME A bordo di un trattore percorriamo le strade completamente ricoperte da fango e acqua, i detriti galleggiano nei terreni di una delle tante aziende del Lametino cancellate dalla furia del maltempo abbattutasi in Calabria, nei giorni scorsi. Si parla di decine di milioni di euro di danni, sogni infranti, investimenti persi. «La situazione è critica, tutta l’azienda è ricoperta da uno strato di fango che in alcuni casi supera i 20 centimetri», racconta al Corriere della Calabria Raffaele Sonni dell’azienda Agricola R&R di Lamezia Terme.

La quiete prima della tempesta

L’esondazione del fiume ha causato danni sia alle coltivazioni che alle strutture. «Siamo impegnati 24 ore al giorno per tentare di salvare parte del raccolto, ma la situazione è drammatica perché la nostra azienda era in piena fase di produzione e la bomba d’acqua ha cancellato tutto». Si tratta di una impresa impegnata nella produzione di piante officinali, soprattutto cannabis sativa. «Abbiamo degli estrattori di ultima generazione» e poi – continua l’imprenditore – «produciamo anche mandarini, clementine e mirtilli».

Salvare il salvabile

La rabbia e la disperazione, fanno posto alla conta dei danni: la produzione annuale è compromessa, il fango in alcune parti ha completamente travolto le piante. «L’acqua è ad un livello superiore ai 3 metri, alcune piante sono da buttare, altre parzialmente recuperabili, parliamo di un 10-20%, e le strutture andranno tutte ripristinate». I numeri snocciolati da Sonni sono impietosi. «Consideri che nelle mie aziende ci sono 60mila metri quadri di serre, di cui 10 mila di ultima generazione olandesi, serre in vetro, che costano 200 euro al metro quadro, ho 11 mila metri quadri». Il conto è semplice anche per chi non è abituato a lavorare con i numeri. «Nelle serre si sono rotti i vetri, saltati gli impianti elettrici e le componenti elettroniche per il monitoraggio delle irrigazioni».

L’esondazione del fiume

Non è solo colpa delle copiose piogge, i danni sono direttamente riconducibili all’esondazione del fiume Amato (qui le immagini girate da un drone). «Siamo andati insieme ai tecnici di Calabria Verde per effettuare un sopralluogo e siamo riusciti ad individuare il punto esatto dell’argine distrutto dall’acqua. E’ in corrispondenza di una parte di fiume, di un alveo, in cui sono presenti alberi che hanno bloccato il percorso naturale del fiume creando un tappo che poi ha innescato la rottura dell’argine stesso», racconta Raffaele Sonni. Il resto è storia nota. «L’acqua ha ricoperto i terreni agricoli fino a raggiungere anche la mia azienda».

Il futuro appeso ad un filo

Il passato non è alle spalle, il presente è drammatico, il futuro in bilico. «Ci aspettiamo che intervengano immediatamente per dare i ristori agli agricoltori perché abbiamo perso sia colture che strutture e poi pretendiamo che venga fatta un’adeguata manutenzione dei fiumi», chiede Sonni. Poi la chiosa. «L’ultima manutenzione dell’Amato è stata fatta 15 anni fa e da 15 anni nessuno mai più è entrato a togliere nemmeno una foglia ed è normale che possa verificarsi una catastrofe di queste proporzioni». (redazione@corrierecal.it)

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