MILANO Un controllo all’interno dell’istituto di credito «inefficace» con particolare riferimento ai comparti «antiriciclaggio, credito e prevenzione», consentendo così a soggetti contigui a contesti ‘ndranghetisti di «accedere con facilità al sistema creditizio», contribuendo così all’agevolazione mafiosa, bypassando tutti i presidi di legalità a disposizione della banca.
È pesante il quadro accusatorio ricostruito dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano nei confronti dell’istituto di credito “Banca Progetto Spa”. Nel frattempo, su disposizione dei giudici del Tribunale di Milano, è stata disposta l’amministrazione giudiziaria per un anno.
Un’attività di controllo che è il prosieguo di un’inchiesta giudiziaria legata ad un sodalizio criminale attivo a Busto Arsizio e dedito alla commissione di reati – tributari, fallimentari oltre al delitto di trasferimento fraudolento di valori, «con a capo Maurizio Ponzoni, legato a consorterie di ‘ndrangheta, arrestato il 23 marzo 2023 unitamente al sodale Enrico Barone (cl. ’69)». Secondo le accuse, infatti, il gruppo criminale avrebbe ricevuto «per il tramite di plurime società allo stesso riconducibili, di importanti finanziamenti elargiti da Banca Progetto S.p.a., dal 2019 al 2023, per un ammontare quantificabile in circa 10 milioni di euro». Secondo i giudici del Tribunale di Milano la concessione dei finanziamenti, garantita dallo Stato, «sarebbe avvenuta attraverso una gestione superficiale e sprovveduta da parte dell’istituto di credito» che avrebbe totalmente abdicato le basilari procedure relative all’istruttoria dei finanziamenti, «svalutando i rischi di credito, l’adeguata verifica della clientela e delle informazioni ad essa relative».
Enrico Barone è stato condannato dai giudici del Tribunale di Busto Arsizio a 11 anni di reclusione per diverse condotte di bancarotta fraudolenta con l’aggravante del metodo mafioso lo scorso 7 giugno 2024. Anche Ponzoni è stato condannato in via definitiva il 28 dicembre 2023 mentre ad aprile di quest’anno ha subito il sequestro di un compendio immobiliare del valore di diversi milioni di euro, detenuto anche per il tramite di società intestate alla propria compagna. Per gli inquirenti, inoltre, Maurizio Ponzoni è «inquadrato quale soggetto connotato da pericolosità sociale di tipo “qualificata”, agevolando la ‘ndrangheta e, in particolare, il locale di Legnano-Lonate Pozzolo.
Gli uomini della Guardia di Finanza hanno ricostruito l’elenco di società beneficiarie di alcuni finanziamenti erogato dalla Banca Progetto Spa, riconducibili nella sfera di interesse di Enrico Barone e Maurizio Ponzoni. Tra queste la Robermes S.r.L. e la CFL Costruzioni S.r.L. alle quali lo stesso Ponzoni, nel corso di una intercettazioni, fa riferimento ai rapporti di fatto intrattenuti da sé stesso con Banca Progetto. «(…) perché secondo me, se Banca Progetto prendeva il mio nome e cognome, faceva una… diceva: “Lasciamo stare tutto”». (g.curcio@corrierecal.it)
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