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strade maestre in calabria

Un anno di scuola camminando per l’Italia

Studierà nei luoghi abitati dalle tartarughe Caretta e sui sentieri che scendono al mare. E ogni angolo diventa un’aula

Pubblicato il: 24/10/2024 – 13:45
di Concetta Guido
Un anno di scuola camminando per l’Italia

Anche la Calabria accoglierà “Strade maestre”. E sarà un’allegra invasione. Fare scuola fuori dalla scuola, camminando. In un bosco, tra gli abitanti dei borghi, in un orto botanico, in un teatro, in un laboratorio di mappe geografiche, impastando e sfornando pane. In luoghi dove si apprende, ci si misura con la natura e i passi. I propri e quelli dei compagni. È il sogno di tanti i ragazzi e inizia ad esserlo anche di molti genitori. C’è una classe che sta camminando attraverso l’Italia. Otto alunni e quattro guide insegnanti. Sono i pionieri di “Strade maestre”. Un progetto gestito dalla cooperativa Camminamenti, rivolto a studenti degli ultimi anni della secondaria di secondo grado.

I luoghi e gli insegnanti-guide

Il gruppo è partito il 16 settembre da Orvieto e percorrerà, fino a maggio, circa duemila chilometri. Trieste sarà l’ultima tappa. Tra novembre e dicembre “Strade maestre” sarà in Sicilia, poi si torna a casa per le vacanze natalizie. E quanti racconti sotto l’albero! L’avventura riprende in Calabria nel mese di gennaio. «C’è una grande attenzione, anche da parte dei media e tante famiglie ci scrivono», spiega Niccolò Gori Sassoli, uno dei cinque soci fondatori di Camminamenti. «Stiamo già lavorando all’organizzazione del prossimo anno e dialoghiamo costantemente con la rete di partner che ci supporta». A Capo Spartivento, gli alunni en plein air studieranno gli ambienti marini scelti dalle tartarughe per nidificare. E poi ancora in movimento, verso i sentieri che da Cosenza scendono sul mar Tirreno, fino a Guardia Piemontese. A Rende si fermeranno nelle “Terre di Castalia”, una delle poche scuole all’aperto italiane, che ha ispirato l’intero progetto. L’anno scolastico in cammino ha, infatti,  anche una matrice calabrese. Il presidente di Camminamenti è Emilio Ruffolo, fondatore della casa-scuola  “Terre di Castalia”. La classe senza pareti in questo periodo si trova tra il Lazio e l’Umbria. A Chia, sono stati ospiti del teatro “Spazio corsaro”. Hanno studiato latino, Kant e poi le stelle e i pianeti a sera.  Ad Anguillara hanno vogato sulle canoe polinesiane del  Circolo Dragolago e nei laboratori dell’Università della Tuscia hanno fatto esperimenti di microbiologia.

Della cooperativa Camminamenti fanno parte tre insegnanti guide. Sono Marco Saverio Loperfido, Roberta Cortella e Marcello Paolocci. Tutti con esperienze forti di cammini educativi, giudiziari, di reinserimento sociale. Loperfido, esperto di montagnaterapia, è l’ideatore di “Strade maestre”. Sul suo sito web “Ammappalitalia”  costruisce la Wikipedia dei sentieri bianchi e delle mulattiere dello Stivale. Nel 2018 ha percorso novecento chilometri con un gruppo di sei ex detenuti. Un’esperienza  che è diventata un docu-reality, reperibile su RaiPlay. S’intitola “Boez – Andiamo via” ed è diretto da Marco Leopardi e Roberta Cortella. La prof e documentarista Cortella ha già guidato gruppi di adolescenti in lunghi cammini. “Strade maestre” è, però, un’assoluta novità, perché questa volta è la scuola a mettersi in viaggio. Anche Paolocci, docente di latino e storia, ha  accompagnato minori in situazioni di fragilità ed è ideatore di itinerari didattici in Umbria. La quarta guida è l’insegnante di scienze naturali Laura Giaghi, con esperienza di percorsi chilometrici all’estero, in paesi difficili come la Colombia e la Palestina.

Ogni angolo diventa un’aula

Come l’outdoor education nata in Danimarca, “Strade maestre” programma gli itinerari, le residenze e le attività con il contributo di associazioni territoriali, di enti pubblici e privati. Gli organizzatori stanno definendo i dettagli delle settimane calabresi. Anche in questo caso sono affiancati dal Club alpino italiano e dall’Aige, l’associazione delle guide ambientali ed escursionistiche. Sul territorio regionale il dialogo è aperto con la onlus “Caretta Calabria conservation”, con l’associazione dei Valdesi di Calabria e con le amministrazioni locali. E poi ci sono gli abitanti dei luoghi, gli spazi culturali e ambientali. Ogni angolo diventa un’aula, una strada maestra. Al termine di questa incredibile esperienza, equiparata all’educazione parentale (una modalità contemplata dal sistema d’istruzione nazionale), la classe itinerante sosterrà una prova di idoneità  tra i banchi della scuola pubblica e poi si porterà dietro per tutta la vita un prezioso bagaglio.  

Una proposta per la scuola pubblica

Gli alunni di questa prima edizione hanno pagato una retta di ottomila euro e a sostegno del progetto è stato attivato un crowdfunding. È un programma educativo pioneristico ed è una proposta di trasformazione, di rinnovamento per la scuola pubblica. «Percorrere l’Italia come un grande libro aperto», in un periodo di distacco dalla routine quotidiana, lontano dalla comfort zone casalinga e familiare, per un adolescente può essere l’occasione per scoprire saperi, luoghi geografici e culturali, dai libri alla strada,  ma per scoprire anche se stesso, l’adulto che potrebbe diventare. «Siamo una piccola cooperativa, non abbiamo tante risorse ma stiamo crescendo», spiega Gori Sassoli, esperto di comunicazione associativa. Lui conosce bene “Terre di Castalia”, perché nella casa-scuola di Rende, il giornalista ha soggiornato due mesi con le sue bimbe, poco prima della chiusura pandemica. «Una convivenza memorabile, nel dolce autunno della contrada di Santo Stefano, accompagnata dagli incontri con le persone che ruotano attorno alla comunità della scuola. Sotto al cielo tra gli orizzonti della Sila e della catena costiera», si legge nel suo diario di viaggio “fantageografia”, pubblicato sul web, in cui racconta l’anno sabbatico familiare in cammino. Perché si può studiare storia, fisica, letteratura anche seduti sopra i gradini di un vicolo di Guardia  Piemontese e si può provare a costruire la propria felicità camminando lungo gli argini di una fiumara calabrese. (redazione@corrierecal.it)

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