CATANZARO «La Uil Calabria e la Uil Scuola Calabria esprimono forte preoccupazione per i tagli previsti dalla nuova Legge di bilancio ai danni dei docenti e del personale Ata, che rappresentano una minaccia grave per il sistema scolastico calabrese e per il diritto allo studio degli studenti della regione». Lo affermano in una nota congiunta Mariaelena Senese, segretaria generale Uil Calabria, e Andrea Codispoti, segretario generale Uil Scuola Calabria. «Sono tagli – proseguono – che colpiscono il cuore dell’educazione. Il piano del Governo di ridurre il numero di docenti e collaboratori scolastici appare come una vera e propria scure che si abbatte sulla scuola. Questi tagli non solo compromettono il normale funzionamento delle istituzioni educative, ma mettono a rischio l’intera struttura dell’offerta formativa, in particolare nelle aree interne della Calabria. Qui, le scuole non sono solo luoghi di istruzione, ma autentici presidi di legalità, centri di aggregazione sociale per le famiglie e un simbolo tangibile della presenza dello Stato in territori spesso afflitti da infiltrazioni mafiose. Si tratta di un rischio reale per le comunità locali. Il taglio dei collaboratori scolastici rischia di portare alla chiusura di molti plessi scolastici nelle zone più remote della regione, costringendo gli studenti a lunghe trasferte per raggiungere scuole più distanti. Questo non solo priverà le comunità locali del loro punto di riferimento educativo, ma avrà anche ripercussioni sul sistema dei trasporti pubblici e sulle infrastrutture stradali regionali, già in difficoltà. Il danno sarà duplice: da un lato la desertificazione scolastica, dall’altro un sovraccarico del sistema viario e dei trasporti». «La Uil Calabria e la Uil Scuola Calabria – proseguono i sindacalisti – sottolineano con forza che questi tagli vanno a compromettere il diritto fondamentale allo studio, negando agli studenti calabresi l’accesso a un’istruzione di qualità. La scuola deve rimanere un presidio sul territorio, capace di garantire non solo l’apprendimento, ma anche la sicurezza e la coesione sociale». «In qualità di rappresentanti dei lavoratori del settore scolastico – concludono Senese e Codispoti – chiediamo al Governo di rivedere queste decisioni, evitando che a pagare siano, come sempre, le fasce più vulnerabili della popolazione, e di riconoscere il ruolo centrale della scuola nella costruzione di un futuro più equo e solidale».
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