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A Palmi la presentazione del libro “Democristiani” di Mimmo Nunnari

Avviato con successo il primo degli incontri promossi dal Movimento politico culturale “FARO”. Tanti gli ospiti e le riflessioni sull’esperienza democristiana

Pubblicato il: 26/10/2024 – 10:45
di Anna Pizzimenti
A Palmi la presentazione del libro “Democristiani” di Mimmo Nunnari

PALMI Non è stato un amarcord, una nostalgica rievocazione del passato, ma una penetrante e coinvolgente lezione di storia politica contemporanea condotta a più voci: da chi l’ha interpretata, da chi l’ha raccontata, da chi l’ha vista e, solo per ragioni anagrafiche forse, non l’ha anche pienamente vissuta. Ha completato il quadrilatero un pubblico nutrito, attento, partecipe, qualificato e trasversale, per età e interessi: la presentazione dell’ultima opera letteraria di Mimmo Nunnari, “Democristiani”, a Palmi è stata un evento ben confezionato nei contenuti e nella scenografia che li ha sorretti. Organizzatore il Movimento “FARO”, associazione politico-culturale, costituitasi a Palmi nel marzo di quest’anno e da subito attiva e attenta alle dinamiche e alle problematiche del territorio. Partner dell’evento, la Scuola Superiore di Psicologia Applicata “G. Sergi”, nel cui Auditorium “Prof. Pietro Ciappina” è stato ospitato l’evento, e il Mondadori Point di Palmi.

Gli ospiti

A introdurre e condurre la manifestazione è stato il Presidente del Movimento “FARO”, Carmelo Ciappina, che nel sintetizzare gli scopi dell’associazione da lui presieduta ha illustrato le ragioni della scelta di presentare il libro di Mimmo Nunnari, ossia avviare una ricognizione storica sulla politica italiana per informare e formare, soprattutto le giovani generazioni, ad un impegno in politica serio e consapevole. E per farlo, è stato chiesto a un politico di lungo corso e di lungo percorso democristiano, Mario Tassone, Segretario Nazionale del Nuovo CDU e già Segretario Regionale della DC, di prendere parte all’incontro, alla presenza dell’Autore. Dopo i saluti della Presidente della Scuola di Psicologia “G. Sergi”, Assunta Carrà, e della responsabile del Mondadori Point, Emanuela Gioffrè, Ciappina ha, a sua volta, salutato i numerosi ospiti: erano presenti i rappresentanti dei Club Service, delle Associazioni (nutrita la partecipazione di quelle d’ispirazione cattolica) e dei locali Partiti Politici (Fratelli d’Italia e Noi Moderati), che hanno con sollecitudine risposto all’invito. Presenti anche molti degli ex Sindaci democristiani di Palmi: Santo Surace, Nino Parisi, Armando Veneto, Giovanni Barone. Assenti, seppur invitati, i rappresentanti istituzionali, nonché il Sindaco di Palmi, i componenti della Giunta e del Consiglio Comunale; come assenti anche i rappresentanti dei partiti di Sinistra: un peccato per tutti loro, manchevoli di una doppia occasione, quella di ascoltare e quella di intervenire nel dibattito.

La genesi del libro

Stimolati dagli opportuni intermezzi di Ciappina, Nunnari e Tassone si sono alternati in un racconto vivace, stimolante, rappresentativo in modo quasi tangibile dei fasti, e anche dei nefasti, non solo della Democrazia Cristiana, ma della politica italiana lungo il corso e le anse del fiume degli eventi che l’hanno caratterizzata. Mimmo Nunnari ha spiegato di aver sentito il “bisogno” di scrivere un libro sui Democristiani, spinto da quel sentimento di declino e smarrimento che ha avvertito nella constatazione della dimenticanza di molti fatti del nostro passato, una damnatio memoriae che ha colpito la Democrazia Cristiana, nell’erronea convinzione che la politica sia sempre stata una contrapposizione fra Destra e Sinistra. E’ esistita, invece, una “via di mezzo”, che è doveroso conoscere e recuperare: la storia dei Cattolici in politica, che è coincisa con la storia dei grandi uomini, dei giganti, «quando i giganti – chiosa Mimmo Nunnari – non erano solo i Democristiani».

La storia e il presente dei democristiani

«Mentre alcuni pensano che la storia (della DC, n.d.s.) sia finita, Mimmo Nunnari apre un nuovo capitolo, accende una luce»: così esordisce l’On. Mario Tassone alla domanda del moderatore. E da questo vaticinio avvia una snella ricognizione di quei significativi episodi che, subito dopo Tangentopoli, determinarono l’eclissi della DC, dopo un lungo periodo in cui il partito era stato non solo alla guida dell’Italia, ma dell’Europa, innescando la convinzione che, dopo il 1993, l’impegno dei cattolici in politica fosse definitivamente chiuso. Si alternano, Nunnari e Tassone, nelle considerazioni sulle questioni messe in gioco da Ciappina, attingendo al racconto del libro: residua ancora per i Cattolici uno spazio per la politica attiva? E se è così, quale la via da percorrere? Non ci sono risposte monolitiche, ma la rappresentazione di uno scenario che affascina e atterrisce allo stesso tempo. Affascina per la caratura dei suoi protagonisti e per la levatura dei contenuti di cui erano portatori: era una generazione fondata sullo studio, sulla cultura, sulla conoscenza, sul merito, quello autentico e conquistato con la fatica personale; erano i Padri della Costituzione, che si confrontavano sui valori da tutelare in una Nazione da riscostruire; erano i professorini, per i quali il diminutivo valeva solo perché riferito alla giovane età, non di certo alla loro profondità di mente e di pensiero; erano da De Gasperi a Fanfani, da Andreotti a Moro, fino a De Mita e Martinazzoli. Tutti capaci di segnare un’epoca e di lasciare un segno così profondo, da incidere tanto nelle coscienze e nel pensiero al punto da potere declinare l’unico credo politico in quelle “correnti interne”, giammai divisive, che costituivano la palestra della crescita e del confronto dialettico, che consentiva di arrivare a quel momento di sintesi, che era il quid propri dell’agire democristiano.

Le esperienze del passato

Atterrisce non il confronto (impossibile, n.d.s.), ma la visione della politica attuale, in cui, dice Tassone, «non ci sono più i partiti, ci sono le oligarchie, caratterizzate dal partito di…»; in cui non esistono gli scopi della politica; in cui si è persa la visione di una politica armonica e inclusiva, che sa guardare (e parlare, n.d.s.) anche ad altre forze politiche; in cui mancano le opposizioni, ad ogni rango istituzionale, a dimostrazione della caduta dei valori e, soprattutto, dei contenuti. Convengono Nunnari e Tassone sulla necessità di rivalutare la storia della Democrazia Cristiana come un’opportunità per recuperare e riscattare dall’oblio quel patrimonio di valori che si legano a doppio filo al valore e al ruolo dell’umanità nella società attuale e per, aggiunge l’On. Tassone, proseguire lungo quel percorso, perché, «anche se non si può ricostruire com’era, non sono convinto che la storia (della D.C., n.d.s.) sia finita». Nel dibattito che è seguito, gli ex Sindaci democristiani di Palmi hanno condiviso alcune riflessioni, attingendo alla propria esperienza e militanza politica. Nino Parisi, il primo ad intervenire, in modo quasi chirurgico ha dichiarato che le ragioni per le quali non esiste più la Democrazia Cristiana risiedono in due ordini di fattori, culturale e di modalità di azione, quest’ultima consistita «nell’incapacità di mantenere l’unità nella diversità», concludendo con la rammaricata constatazione che si è in presenza di «un popolo che non ha coraggio, di democristiani sotto mentite spoglie». Santo Surace ha confidato le sue preoccupazioni per la deriva pericolosa che proviene da chi non sa governare e per le insidie che si celano dietro alle scelte attuali, che spingono verso un Premierato, che attenta al principio della divisione dei poteri. Giovanni Barone ha concluso gli interventi siglandoli con un’altra preoccupazione, rivolta nei confronti di chi «non è schierato», esposto al pericolo di essere eclissato.

Atteso da tutti l’intervento dell’On.le Armando Veneto, un autentico gigante del dire e del fare. In piedi, con l’autorevolezza proveniente dai suoi dichiarati novant’anni (in realtà uno in meno, n.d.s.), nell’assoluto silenzio della sala gremita e coinvolta anche emotivamente dal suo racconto, l’Avv. Veneto ha ripercorso la sua storia di democristiano, da quando tredicenne incollava i manifesti fino alla militanza, fianco a fianco, con i giganti suoi pari: Misasi, Piersanti Mattarella, De Mita, pronti a condividere fantasie, a confidarsi le umane fragilità, ad impegnarsi per il bene comune, per una società più giusta e onesta. «Siamo un gruppo di delusi – ha sospirato l’On. Veneto – traditi dagli amici di battaglia», ma non ha tremato la sua voce nel momento in cui ha esortato al senso di responsabilità tutti coloro che scelgono di impegnarsi in politica: «se occupi la scena, devi esserci, per rendere un comune servizio alla comunità»; un ammonimento, quest’ultimo, che richiama molto quell’invito ad «essere credibili», che il Beato Rosario Livatino rivolgeva innanzitutto a se stesso, nell’espletamento del proprio ufficio di magistrato. Si sarebbe andati avanti per ore, tanto interessante era l’ascolto e tanto coinvolto l’uditorio, presente numeroso fino al termine della manifestazione, che si è conclusa con i migliori auspici, sia per le future tappe che segneranno il percorso di “Democristiani” e del suo Autore, sia per il Movimento “FARO”, nella sua opera di recupero del dibattito culturale e politico della Città di Palmi.

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