RENDE Quali sono i motivi che hanno convinto il ministero dell’Interno a prorogare di sei mesi lo scioglimento del comune di Rende? In un documento, il ministro Matteo Piantedosi ripercorre le tappe che hanno portato allo scioglimento, alla gestione della terna commissariale ed al prolungato periodo senza una amministrazione scelta dai cittadini. Il consiglio comunale di Rende, come si ricorderà, è stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica il 28 giugno 2023, registrato dalla Corte dei conti il 6 luglio 2023, per la durata di diciotto mesi a causa di «riscontrati fenomeni di infiltrazione e condizionamento da parte della criminalità organizzata». L’ente è stato affidato a una commissione straordinaria che ha perseguito l’obiettivo del ripristino della legalità e della corretta gestione delle risorse comunali, «pur operando in un ambiente reso estremamente difficile per la radicata presenza della criminalità organizzata». La prefetta di Cosenza, con relazione del 20 settembre 2024, ha riferito sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla commissione straordinaria, rappresentando la necessità di proseguire il lavoro intrapreso e dunque sollecitando la proroga della gestione commissariale.
Nel documento, il ministro Piantedosi mette nero su bianco le priorità da affrontare prima di poter ridare la possibilità agli elettori rendesi di tornare alle urne e scegliere il nuovo sindaco. In primis, segnalano dal ministero, corre l’obbligo di «riorganizzare la struttura burocratica attraverso modalità di impiego delle risorse disponibili più efficienti promuovendo un miglior utilizzo del pur limitato numero di figure professionali apicali». La commissione ha proceduto all’avvicendamento del segretario generale dell’ente e ha definito la nuova macrostruttura organizzativa, integrandola con l’apporto di funzionari e sono state concluse le procedure concorsuali per l’assunzione di sedici nuove unità e avviate le procedure per l’assunzione ulteriori sette unità di personale.
L’attenzione è stata rivolta anche al potenziamento del corpo della polizia locale al quale sono state assegnate due nuove unità, tra cui anche la figura del comandante del corpo, ridefinita a livello dirigenziale.
La commissione, inoltre, «ha posto una particolare attenzione alle problematiche inerenti alla gestione delle strutture sportive comunali nonché al corretto governo del territorio al fine di assicurare il rispetto dei principi di legalità a beneficio della cittadinanza». Il riferimento è all’ormai noto palazzetto dello sport, il cui provvedimento di concessione è stato oggetto di rescissione unilaterale da parte dell’organo commissariale, «analogamente a quanto fatto in merito alla gestione dello stadio comunale». La commissione, a tal proposito, suggerisce l’avvio di procedure per l’individuazione di nuovi concessionari delle strutture sportive, e per scongiurare il «paventato pericolo» che possano determinarsi circostanze favorevoli ai soggetti vicini ad ambienti criminali, «portatori di interessi contrari alla corretta amministrazione di beni pubblici». Non fa eccezione l’affidamento della gestione del parco acquatico, la terna commissariale ha riferito di «essere nella fase conclusiva della redazione di un capitolato di gara dettagliato, unitamente a un piano economico finanziario che offra garanzia di maggiori introiti derivanti dall’utilizzo della struttura comunale».
Il piano strutturale comunale di Rende aveva portato ad un duro scontro consumatosi nell’ultimo consiglio comunale del parlamentino rendese, precedente alla decisione di sciogliere l’ente per infiltrazioni mafiose. La minoranza aveva aspramente criticato il modus operandi della maggioranza, impegnata ad approvare in tempi record il Psc. Una mossa che ha convinto il gruppo di opposizione a presentare un corposo carteggio in prefettura, denunciando l’accaduto. I commissari hanno proceduto, negli scorsi mesi, alla revoca della delibera del consiglio comunale con la quale era stato approvato il piano strutturale comunale, perché sarebbero emersi «errori nella documentazione allegata alla deliberazione consiliare» e per una serie di «rilevanti motivi, quali l’eccessiva densità edificatoria in alcune zone o l’anomalo e immotivato aumento di indici volumetrici in alcune aree».
C’è un ultimo passaggio, che il ministro Piantedosi dedica alla concessione dei servizi di gestione dei cartelloni pubblicitari sul territorio comunale. La commissione straordinaria, ottenuta la consegna degli impianti da parte della precedente abusiva società che gestiva il servizio (società nei cui confronti i vertici dell’amministrazione comunale non avevano mai effettuato alcun controllo e, come già emerso in corso di accesso ispettivo, riconducibile ad un soggetto sodale della locale organizzazione criminale) «si accinge a procedere alla pubblicazione dei relativi bandi di gara per individuare nuovi e idonei concessionari onde preservare quel servizio da interessi controindicati».
Tutti gli elementi citati nel documento sono stati oggetto di esame e valutazione nel corso del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, integrato per l’occasione con la partecipazione del procuratore distrettuale antimafia e del rappresentante della procura della Repubblica di Cosenza. Tutti hanno evidenziato «la situazione di iniziale gravissima compromissione di rappresentanti di vertice dell’ente con la criminalità organizzata, in un caos amministrativo generale» ed hanno ritenuto che il «ricorso all’ulteriore semestre di durata del periodo di scioglimento sia necessario per il completamento e il consolidamento di tale opera». (f.benincasa@corrierecal.it)
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