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SERVIZIO IDRICO

Acqua torbida o del tutto assente: a Cosenza è colpa anche dei privati (e di cassoni troppo grandi)

L’ultimo caso di contaminazione riporta al centro lo squilibrio della rete, non adeguata alle nuove costruzioni (come a via degli Stadi)

Pubblicato il: 27/10/2024 – 13:41
di Eugenio Furia
Acqua torbida o del tutto assente: a Cosenza è colpa anche dei privati (e di cassoni troppo grandi)

COSENZA Una infiltrazione fognaria, favorita dalla minore pressione della rete idrica che di notte si svuota o legata alla scarsa pulizia delle autoclavi. Due ipotesi sull’ennesimo caso di acqua contaminata in centro città. Un problema non nuovo a Cosenza, di cui Sorical si occupa da tempo, tra quelli da risolvere quando entro il 2027 si perfezionerà il “subentro” della Società Risorse Idriche Calabresi nei Comuni – a Rende la Sorical subentrerà ad Acque Potabili ma la gestione del servizio è una delle nebulose in ottica di Comune unico in cui non è il caso di avventurarsi… 

Gli scarichi in fogna dei serbatoi privati e i nuovi palazzoni

Il tutto prende forma in uno scenario in cui i lavori di ingegnerizzazione della Regione sono stati fatti solo in parte, e la rete idrica di Cosenza va assolutamente adeguata se solo si pensa ai nuovi volumi costruttivi che riguardano la zona est ma non solo: l’immissione di acqua nei cassoni privati andrebbe limitata per evitare scompensi e squilibri a favore degli impianti troppo grandi che destabilizzano la rete, a danno di alcuni palazzi che vengono lasciati a secco. È il caso di alcuni stabili del centro, svantaggiati rispetto ad altri dotati di autoclavi più grandi, o di palazzoni di nuova costruzione: su tutti i grattacieli di via degli Stadi, che in virtù del loro fabbisogno “svuotano” a loro favore il serbatoio di San Vito nato per servire il quartiere popolare tra i più abitati della città.
Fino al novembre 2017 funzionava così, come spiega nel libro “La rete idrica di Cosenza. Origine, aggravamento e risoluzione di un problema storico” (ed. Falco 2018) Giuseppe Viggiani, ingegnere idraulico e Ph.D. in Ingegneria civile ed ambientale dell’Università della Calabria, oggi in forze alla Sorical: «Alle 6.00 del mattino, con i serbatoi pieni, l’immissione di portata nella rete del centro città consentiva, per qualche ora, di avere una pressione sufficiente per quasi tutte le utenze, riempiendo anche le cisterne private. L’immissione di portata veniva diminuita nel pomeriggio. L’acqua, per oltre 12 ore, veniva però immessa nella rete idrica ormai parzialmente vuota. Solo le utenze più basse, però, continuavano ad avere pressione sufficiente (via Popilia, viale Parco, viale Cosmai). In quelle ore, molta acqua veniva dispersa dalle rotture delle tubazioni e dagli scarichi (in fogna, ndr) di “troppo pieno” dei serbatoi privati sprovvisti di galleggiante», utile a bloccare l’erogazione.
Uno «scompenso», scriveva nella prefazione di quel libro Giuseppe Frega, emerito di Costruzioni Idrauliche dell’Unical, «determinato dai serbatoi privati che portava a scaricare nelle fognature l’acqua di sfioro degli stessi per mancanza di manutenzione». In un’indagine fatta per il comune, lo stesso Frega registrò «che di notte in fogna si riversavano circa 300 litri al secondo di acqua pulita proveniente dai detti serbatoi privati», in pratica la portata dell’Abatemarco.

La rete dei serbatoi di Cosenza (fonte Sorical)

La ricerca e la sperimentazione di Sorical a Cosenza

Dalla ricerca effettuata con misuratori sul campo nella città di Cosenza, nel 2017 è emerso che pur avendo l’area del centro della città una dotazione idrica pari a 520 litri giornalieri a persona, i cittadini avevano un’erogazione per poche ore al giorno. Quando i tecnici della Sorical e del Comune hanno provato a mantenere la rete in pressione in orario notturno, e quindi per oltre 30 ore consecutive (circostanza probabilmente mai verificatasi in precedenza), è emerso che la portata minima notturna registrata nel centro è stata di 280 l/s (litri al secondo): un valore non interamente ascrivibile a perdite dalle tubazioni.
Con le manovre proposte dalla Sorical, lo stesso volume, concentrato nelle ore diurne, si immette invece in serbatoi privati in esercizio e quindi non pieni, restando disponibile per le utenze.
Dopo quello studio, Sorical ha proposto al Comune una diversa gestione della risorsa idrica disponibile, attraverso il trasferimento dell’acqua accumulata negli orari notturni dal serbatoio regionale di Cozzo Muoio a quelli più piccoli, e a valle a partire dalle prime ore del giorno. Ciò ha permesso di recuperare oltre 12 ore di erogazione, passando a 14 ore di erogazione diretta. In questo modo è stato possibile riequilibrare parzialmente e a costo zero lo scompenso causato dai serbatoi privati e dalla insufficiente distrettualizzazione delle rete; è stata superata la modalità di gestione che favoriva i quartieri periferici a svantaggio del centro.Dopo il dicembre 2017 è dunque partita la sperimentazione Sorical: sempre alle 6.00 del mattino, con i serbatoi De Rada e Merone pieni, viene avviata l’immissione nella rete idrica e, contestualmente, l’alimentazione dal serbatoio maggiore (Cozzo Muoio), che va ad integrare gli altri due con una portata molto più elevata rispetto a quella della precedente modalità di manovra. La rete resta in pressione fino al vuotamento dei serbatoi De Rada e Merone, che coincide con la chiusura dell’alimentazione da Cozzo Muoio, e quando alle 10 di mattina il Merone inizia a svuotarsi la condotta da Cozzo Muoio sopperisce alla carenza d’acqua, fornendo zone storicamente “a secco” come viale della Repubblica, via Alimena e Tribunale. Nelle seguenti ore notturne, i tre serbatoi recuperano il volume ceduto nella giornata mediante una chiusura quasi totale delle immissioni verso la rete.«In futuro – questo il piano dei tecnici Sorical – sarà necessario rimuovere le cause dell’elevata dispersione notturna e non realizzare nuovi acquedotti» e in particolare intervenire nella «regolazione delle quantità erogate verso i serbatoi privati al fine di scongiurare dispersioni dal “troppo pieno” dei serbatoi privati (…) e contestualmente abbattere la morosità».

In centro erogazione quintuplicata

La distribuzione idrica nella città di Cosenza presentava le maggiori criticità nei quartieri centrali, con erogazione limitata a 1-3 ore al giorno in buona parte della rete, nonostante l’immissione di un volume giornaliero circa doppio rispetto a quello nominale. «Le modalità di manovra introdotte di recente – si legge nelle conclusioni del libro di Viggiani – e la separazione dal centro del distretto est (via Popilia e viale Mancini, serviti dal serbatoio Colle Mussano, ndr) hanno permesso, a parità di volume disponibile, di prolungare l’erogazione fino a 15 ore. Il consistente incremento è attribuibile al recupero del volume che, precedentemente immesso in rete in orario tardo-pomeridiano e notturno e con serbatoi vuotati da molte ore, veniva perso attraverso i serbatoi privati privi di dispositivi di controllo del livello correttamente funzionanti. In prospettiva, la realizzazione della necessaria distrettualizzazione del centro e il controllo della portata immessa nei serbatoi privati costituiscono la possibilità più immediata di conseguimento di una erogazione continua». (e.furia@corrierecal.it)

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