CORIGLIANO-ROSSANO «Sull’evidentissimo fallimento personale e politico che lo ha visto protagonista assoluto, solitario ed esclusivo di quello che sarà ricordato come il più odioso atto di prepotenza, di presunzione e di arroganza demagogica della storia istituzionale della Calabria, il Sindaco di Corigliano-Rossano adesso sfiora persino il ridicolo». Lo afferma la consigliera regionale e comunale Pasqualina Straface: «Da una parte, infatti, egli – prosegue Straface – continua a non assumersi l’unica responsabilità, gigante e sotto gli occhi di tutti, di avere chiuso le porte in faccia, senza aver mai coinvolto il Consiglio Comunale e la Città, ad uno dei più grandi investitori privati mai approdati nella Sibaritide. Dall’altra, ormai isolato sul piano politico ed istituzionale territoriale, regionale e nazionale, Stasi pensa – aggiunge – di dover e poter studiare di notte per inventare e buttare il mattino seguente in pasto ai media, ricostruzioni fumettistiche su quanto accaduto, solo per cercare improbabili difese allo sfacelo prodotto. Ci viene da ridere per non piangere, a leggere, ancora a distanza di settimane dalla rinuncia formale all’investimento comunicata pubblicamente dalla Baker Hughes, le piroette di chi, come Stasi, continua a far finta di non sapere che l’unica motivazione del ritiro della multinazionale statunitense, una delle più grandi aziende nel suo settore ed operante come Gruppo in oltre 120 nazioni del mondo, così come dalla stessa dichiarato sui media per iscritto e senza alcuna necessità di ulteriori interpretazioni, è stata e resta l’inutile, inopportuno, ostruzionistico e distruttivo ricorso straordinario del Comune di Corigliano-Rossano al Presidente della Repubblica. Punto».
Straface quindi prosegue: «Solo per pietà e per compassione, ma soprattutto per rispetto dell’opinione pubblica e del senso delle istituzioni democratiche evito di ripetere tutte le censure che abbiamo già ampiamente illustrato nell’ultimo consiglio comunale monotematico, finalmente concesso alle opposizioni che lo aveva richiesto da mesi. In quella sede che doveva essere la sede principale per affrontare sin dall’inizio ogni confronto nel merito del progetto oggi fatto fallire, abbiamo smontato, una ad una, tutte le presunte ed inesistenti irregolarità, anomalie, illegittimità ed addirittura le illegalità dalle quali Sindaco e Amministrazione Comunale ci avrebbero tutelati; gli stessi auto-nominati paladini del diritto e della pianificazione che però pare non abbiano più tempo neppure per difendersi in tutte le sedi competenti nelle quali vengono portati, sistematicamente, da denunce e ricorsi per violazioni di ogni natura; e lo stesso Sindaco che non sa neppure cosa sia e cosa comporti la parola pianificazione, non avendo egli pianificato alcunché nel corso del primo quinquennio., come ammette nelle sue stesse linee di mandato. Altro che istituzioni impermeabili, coraggiose o ligie! Ma di cosa parla? E tuttavia – scandisce la Straface – al netto del fantasma Occhiuto che evidentemente non fa dormire sonni tranquilli a Stasi che sogna il Presidente della Regione persino impegnato a telefonare la minoranza nel corso dei consigli comunali, almeno su una delle tante aberrazioni sentite in questi giorni voglio ritornare. E voglio farlo sia perché lo stesso Stasi continua a sostenerla, sia perché essa sintetizza emblematicamente l’odio di questo Sindaco e della sua coalizione per tutto ciò che è impresa, privato, mercato e sviluppo. Mi riferisco alla mancata richiesta di sospensiva nel ricorso al Capo dello Stato, rivendicata dal Sindaco anche nella sua replica in assise civica senza mai accorgersi o meglio senza mai ammettere, glielo dobbiamo ripetere, che neppure nella Repubblica della Banane, un investitore decide di continuare nella sua impresa, che già di per se stessa costituisce un rischio, avendo in aggiunta sulla testa la Spada di Damocle rappresentata da un ricorso contrario presentato dalla istituzione pubblica locale che invece dovrebbe accoglierlo e governarne ogni dinamica nel solo interesse dello sviluppo locale. Ma ciò che oggi porta dall’errore imperdonabile commesso a danno della Città, del territorio e della Regione al ridicolo è l’ultimissima arrampicata di Stasi sugli specchi, gli ultimi specchi, con un’altra delle sue fantomatiche ricostruzioni: questa volta quella delle Zes e della paventata riduzione di agevolazioni fiscali italiane che avrebbe indotto, sentite sentite, un colosso imprenditoriale da 54.000 dipendenti in tutto il mondo e con di 20,5 miliardi di dollari a ritirarsi per micro-valutazioni economiche dal Porto di Corigliano-Rossano. Evitiamo – aggiunge il consigliere regionale e comunale – di continuare ad offendere l’intelligenza di tutti. E prendiamo atto definitivamente che per unica responsabilità di questi amministratori inadatti al governo della più grande città della Calabria, qui perdiamo non solo i 200 posti di lavoro base previsti per l’avvio dell’investimento, ma gli stimati 800-1000 posti di lavoro derivanti in tutta l’area e la regione dall’indotto incrementale e progressivo che insediamenti come quello della Baker Hughes avrebbero prodotto, come tanti altri casi analoghi confermano; e che a perdere in credibilità come terra capace di attrarre e moltiplicare investimenti straordinari è – conclude la Straface – l’intera Calabria, che grazie a Stasi oggi si presenta nel mondo come area ostile alle imprese, al privato, al lavoro ed alla crescita».
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