CATANZARO «La gioiosa macchina da guerra comunicativa del presidente della Regione ci propone una nuova puntata del reality show politico di cui Roberto Occhiuto è protagonista da tre anni, mentre cerca di convincerci di governare la Calabria con risultati positivi senza precedenti. Con il trionfante annuncio della sua ricandidatura, arrivato ieri dal pulpito di Reggio Calabria, è andata in onda l’ennesima narrazione distorta di una regione piegata dai problemi di sempre: sofferente, che arranca sotto il peso di criticità e disservizi, sempre più povera di capitale umano e di risorse». È quanto afferma la consigliera regionale del Partito Democratico, Amalia Bruni. «Ci rassicura davvero sapere che farà la campagna elettorale mostrando “la differenza tra la Calabria prima che noi governassimo e adesso” – continua la consigliera Bruni –. Occhiuto vive in una realtà distopica al contrario: vede progresso e servizi, infrastrutture che funzionano, un sistema sanitario in costante miglioramento, salute e bellezza dalla Sila allo Stretto, pronto a percorrere il ponte del progresso, dove i numeri oggettivi e implacabili ci raccontano solo di una regione in declino. I dati sono quelli di Eurostat, dell’Istat e della Cgia di Mestre: nel 2022 il rischio povertà ed esclusione era “solo” del 40%. Nel 2023, il reddito medio è il più basso d’Italia, accentuando le disuguaglianze, e l’autonomia differenziata potrebbe peggiorare la situazione». Secondo Bruni: «I dati descrivono una realtà socio-economica drammatica per la Calabria. La disoccupazione è in crescita (15,9% nel 2023, contro il 7,7% nazionale), con 102mila senza lavoro e una povertà in aumento (48,6% delle famiglie a rischio, la percentuale più alta nell’Ue). Le famiglie numerose, in particolare, vedono un aumento della povertà dal 39,3% nel 2022 al 50,5% nel 2023. Eurostat, proprio di recente, ha messo in guardia l’Italia: la Calabria è la regione Ue dove quasi una famiglia su due convive con l’incubo della povertà ed esclusione, esattamente il 48,6% dei calabresi è a rischio. Lo stesso studio fissa anche la media europea attorno al 21%». «E che importa se i livelli essenziali di assistenza sono sprofondati sotto la media nazionale, l’emigrazione sanitaria è aumentata e le persone rinunciano a curarsi o sono costrette ad accedere alle strutture private, se hanno i soldi per farlo? Anche quest’anno avremo il Capodanno in piazza mandato in diretta sull’ammiraglia della televisione pubblica. Panem et circenses, la formula magica è sempre valida, specie a un passo dalla campagna elettorale», rimarca Bruni. «Il presidente Occhiuto è avanti, non c’è che dire. Al passo con i tempi, è oltre l’intelligenza artificiale perché vive da tempo in una realtà virtuale dove solo lui e la sua maggioranza vedono crescere le prospettive di benessere e sviluppo in una terra «senza»: senza strade, senza lavoro, senza sanità, e quello che vorremmo evitare, senza speranza», dice ancora la consigliera democratica. «Sarà una questione di lenti deformanti, ma noi continuiamo a vedere un’altra realtà e, soprattutto, poca capacità di ascolto. Forse il presidente Occhiuto, proprio in prospettiva di una ricandidatura, dovrebbe tornare tra noi, mettendo in stand by il suo avatar sui social e parlare con la gente che non arriva a fine mese e vede i propri figli partire, proprio come si faceva nel Dopoguerra. E magari ascoltare i professionisti, i volontari, il mondo del Terzo settore, gli esperti – quelli veri e non quelli “di carta” per un contratto di collaborazione – per cercare di trovare soluzioni concrete a una povertà sempre più preoccupante, declinata in vari contesti: economica, sociale, educativa. È quello che cercheremo di fare, chiamando a raccolta il partenariato sociale, per costruire un tavolo di lavoro permanente capace di guardare concretamente al territorio» – conclude Amalia Bruni – «Non c’è più tempo: quella che deve essere definita è una piattaforma non di programmi ma di progetti, con obiettivi da raggiungere per migliorare, quotidianamente, le condizioni di vita dei calabresi. Magari partendo proprio dalla capacità di ascolto, in cui il nostro presidente non brilla».
Immediata la replica a Bruni di Michele Comito, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio della Regione Calabria. «Ecco la solita sinistra che infanga la Calabria – afferma – che parla perennemente male della nostra Regione, che tifa contro, sempre e comunque. Non stupiscono affatto le affermazioni di Amalia Bruni contro il presidente Occhiuto. Da tre anni all’opposizione la consigliera non ha saputo produrre altro che chilometri comunicati di insulti per attaccare la nostra Regione e il nostro governatore.
In quello di oggi definisce la Calabria “piegata dai problemi di sempre, sofferente, che arranca sotto il peso di criticità e disservizi, sempre più povera di capitale umano e di risorse”. Insomma, l’ottimismo di sinistra di cui hanno bisogno i calabresi per guardare al futuro. Meglio scherzarci sopra…Per il resto, mai una proposta, mai una posizione costruttiva, mai un sussulto di dignità. Facciamo una cosa…Amalia Bruni – conclude Comito – si ricandidi alla presidenza della Regione chieda il voto ai cittadini, e vediamo se questa volta riesce a non farsi doppiare».
Ma le parole di Comito contro Amalia Bruni non sono piaciute alla Conferenza delle democratiche della Calabria. «Le parole di Michele Comito, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, contro la consigliera Amalia Bruni – affermano – sono un esempio di linguaggio volgare e violento, che non trova giustificazione in alcun confronto politico. È inaccettabile che si cerchi di umiliare e delegittimare una rappresentante eletta, ricorrendo a un tono denigratorio e privo di rispetto. La politica dovrebbe essere uno spazio di dialogo e confronto civile, dove anche le differenze di opinione si esprimono con dignità e decoro. Amalia Bruni, da sempre in prima linea per la Calabria, ha il diritto di denunciare le criticità che affliggono la nostra regione. Lo fa con la serietà e l’impegno di chi conosce a fondo le sfide che la Calabria affronta da anni, proprio per proporre soluzioni che non si limitino alla propaganda. Evidenziare i problemi non significa “infangare” la Calabria, bensì amarla e volerla migliorare. Un’opposizione costruttiva non è quella che sostiene la maggioranza in modo acritico, ma è una voce indispensabile per garantire trasparenza e migliorare le condizioni della nostra regione. Per noi Democratiche della Calabria, il rispetto per ogni rappresentante politico, indipendentemente dall’appartenenza, è alla base di una democrazia sana. Chi ha davvero a cuore la Calabria dovrebbe promuovere un dialogo rispettoso, anziché ridurre il dibattito politico a uno scontro personale. Continueremo a sostenere tutti coloro che, con passione e serietà, lavorano per il bene della Calabria, dei calabresi e delle calabresi».
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