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«Ho tutta Africo e tutta Platì». Il database dell’ex poliziotto e i dati sulla ‘ndrangheta sottratti ai tedeschi

Le confessioni dell’ex ispettore Gallo: «Fotografavo, fotocopiavo, mi prendevo tutto». «Ho tutta la mappa delle famiglie calabresi in Germania»

Pubblicato il: 28/10/2024 – 17:47
di Giorgio Curcio
«Ho tutta Africo e tutta Platì». Il database dell’ex poliziotto e i dati sulla ‘ndrangheta sottratti ai tedeschi

LAMEZIA TERME «Venerdì viene qua Malerba, perché gli ho messo l’avvocato, glielo pago io…». «Poi con Salvatore sistemiamo in qualche modo… non c’è problema». Si esprimeva così, parlando col socio Calamucci, Carmine Gallo, l’ex superpoliziotto finito agli arresti domiciliari nell’inchiesta della Distrettuale antimafia di Milano. Il riferimento è all’ex collega del commissariato di Rho-Pero, per il quale il gip ha disposto l’interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per 6 mesi.
Al centro dell’inchiesta un presunto gruppo dedito al commercio di servizi di investigazione privata attuato però attraverso «condotte illecite di accesso abusivo a sistemi informatici in uso al Ministero dell’Interno e alle Forze dell’ordine». Per la Distrettuale antimafia milanese, una delle colonne portanti dell’associazione e “capo” indiscusso «è senz’altro Carmine Gallo», ex Ispettore della Polizia di Stato, con un ruolo importante nella gestione di alcuni dei più noti collaboratori di giustizia che hanno contribuito a ricostruire le dinamiche criminali di pericolose consorterie mafiose operanti in Lombardia. Gallo è finito ai domiciliari così come Nunzio Samuele Calamucci, Giulio Cornelli e Massimiliano Camponovo.

Carmine Gallo superpoliziotto ndrangheta dossieraggio
L’ex superpoliziotto Carmine Gallo

«Tutta Africo e tutta Platì»

Ed è proprio Gallo che, in una intercettazione del 18 luglio 2023, ad informare i soci Calamucci e Cornelli «circa la portata dei dati in proprio possesso» e la illecita acquisizione, almeno in parte. E il riferimento di Gallo è anche alla Calabria. «Ho quasi un quindici, sedici mila schede personali di soggetti, ma non soggetti mafiosi, anche soggetti non mafiosi, nome, cognome, dove è nato, a chi è collegato, la famiglia chi sono, i parenti chi sono…» confessa Gallo che spiega ancora: «Tutti i cartellini del Comune di Piatì! Tutti i cartellini anagrafici del Comune di Africo…». Nella conversazione intercettata, infatti, l’ex poliziotto fa riferimento al periodo in cui sarebbe sceso in Calabria per alcuni accertamenti effettuati, presumibilmente legati alle indagini sulla ‘ndrangheta nei comuni di Africo e Platì. «(…) perché a suo tempo quando ero giù in Calabria… perché noi andavamo giù in Calabria e facevamo gli accertamenti del Comune, mandavamo via gli impiegati!» spiega Gallo ai soci. «(…) dicevo agli impiegati, andatevi a bere un caffè, ci vediamo fra mezz’ora…» racconta ancora. «Chiudevo le porte e tutto, tutto quello che c’era lì, fotografavo, fotocopiavo, mi prendevo tutto… i CD, mi copiavo tutto quello che c’era, prendevo e lo portavo via!».
Dati sottratti ovviamente in modo del tutto illecito, parte di una ricchissimo archivio quello costruito dell’ex poliziotto Gallo, da poter sfruttare eventualmente attraverso la “Equalize srl”. La società, infatti, sarebbe servita per poi cercare di “legalizzare” le informazioni illecitamente acquisite, attribuendone, almeno in apparenza, una provenienza lecita, «camuffando ad arte l’origine effettiva delle informazioni» annotano i pm, «per poter fornire a terzi informazioni “spendibili” in ogni sede».

«Ho tutti i sequestri di persona»

E Gallo, a proposito dei comuni di Platì e Africo, non avrebbe lasciato nulla al caso. «(…) quello che son riuscito a portarmi via, l’ho portato via…» confessa ancora ai soci, «Tutto Piatì sì, tutto Africo sì… e poi tantissimo materiale. Per esempio c’ho un altro database che non ce l’ha nessuno… tutti i sequestri di persona, i tentati sequestri di persona dal sessanta ad oggi, con tutti quelli arrestati per quel sequestro, quanto è durato il sequestro di persona, dove è stato rapito, dove è stato rilasciato, l’Autorità Giudiziaria che se ne è occupata, Polizia o Carabinieri, gli inquirenti chi erano, chi è stato arrestato, il riscatto in quanto, come è stato pagato, se è stato pagato o meno… tutti / sequestri di persona, tutti…».

Gallo Malerba

L’enorme database e l’idea di un giornale

L’intenzione del poliziotto campano era quella, un giorno, di lasciare il suo “patrimonio” – enorme – all’organizzazione, sebbene Calamucci avesse confermato che «la loro associazione fosse anche in possesso di una mole elevatissima di dati SDI» di esfiltrazione abusiva, da banche dati strategiche nazionali, di informazioni riservate e protette, «per un totale di più di 350.000», annotano i pm. «Per quanti anni posso ancora lavorare?» si chiede Gallo. «Dopo di che, che me ne faccio disto materiale? Me lo mangio? Me lo tengo io? A che mi serve? Hai capito?! E quindi, è di tutti, della società, di tutti!». Una mole di dati enorme, dunque, la cui importanza era ben presente agli indagati. Al punto che lo stesso Gallo, parlando ancora con i soci, aveva anche ipotizzato di creare una struttura giornalistica da «far viaggiare insieme alla Equalize», consapevole però dei rischi e, soprattutto, dei limiti. «(…) ovviamente è incompatibile anche quello, facciamo i giornalisti e facciamo l’agenzia investigativa… e neanche quello va bene!».

ndrangheta germania strage di duisburg
La strage di Duisburg

Australia, Vietnam, Cambogia e le famiglie in Germania

Anche perché, come racconta lo stesso ex poliziotto anche nella chiacchierata intercettata, è in possesso di dati che riguardano anche analisi di tutte le operazioni contro la criminalità organizzata in Italia, ma non solo. «C’ho anche i dati delle operazioni localizzate in altri continenti, in Australia, in Vietnam, in tutto, in Cambogia, di tutti i nuclei famigliari che sono andati via dalla ‘ndrangheta e si trovano in questi luoghi…». E Gallo fa riferimento anche al suo vecchio ruolo. Nel lunghissimo curriculum del poliziotto campano c’è anche il ruolo di referente italiano per la polizia tedesca che il 15 agosto del 2007 ha scoperto il terrorismo dei clan di ‘ndrangheta con la sanguinosa e terribile strage di Duisburg. E, come riportato dai pm, l’ex poliziotto confessa ancora ai soci: «L’altra volta doveva fare una conferenza sulla criminalità italiana trasferitasi in Australia e non trovava più nulla… gli ho fatto venti pagine di appunto mio, tutte ste cose che avevo, indagini vecchie messe insieme, roba che dice in Australia, in America, in Germania…». E racconta: «C’ho tutta la mappa delle famiglie calabresi in Germania che me la sono presa dai tedeschi quando sono andato lì per Duisburg, un attimo che si son distratti…». «(…) mi portavo via tutto e quindi, tutte le mappe, questa non ce l’ha nessuno!». (g.curcio@corrierecal.it)

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