LAMEZIA TERME Un elenco sterminato di nomi e professionisti, anche calabresi. Ci sono consulenti finanziari e ingegneri di Corigliano Rossano, ma anche altre figure di Cosenza e soggetti con un passato macchiato da truffe e presunti collegamenti con la ‘ndrangheta. Tutti finiti sono la lente di ingrandimento di un presunto gruppo dedito al commercio di servizi di investigazione privata attuato però attraverso «condotte illecite di accesso abusivo a sistemi informatici in uso al Ministero dell’Interno e alle Forze dell’ordine» di fatto inaccessibili ai privati perché protetti da misure di sicurezza e relativi all’ordine pubblico e alla sicurezza pubblica. Ne sono convinti gli inquirenti della Procura di Milano che hanno iscritto nel registro degli indagati una sessantina di nomi, compreso E. C. (cl. ’76) di Cosenza e T.F. (cl. ’78) di Catanzaro, mentre il gip ha convalidato gli arresti domiciliari per quattro persone: l’ex superpoliziotto e un passato di successo nella lotta alla ‘ndrangheta in Lombardia, Carmine Gallo, Nunzio Samuele Calamucci, Giulio Cornelli e Massimiliano Camponovo.
Secondo l’accusa i tre avrebbero «sbaragliato di fatto la concorrenza, offrendo sul mercato un servizio indisponibile alle altre società del ramo, perché illegale: ovverosia inserire nei “report reputazionali” redatti su mandato dei clienti non solo le informazioni tratte da “fonti in chiaro” (Open source intelligence, OSINT in breve), ma anche informazioni inaccessibili al pubblico e alle società di investigazione private, perché contenute nelle banche dati istituzionali del Ministero dell’Interno e di altre istituzioni pubbliche.
«Ti posso mandare un messaggio o ci possiamo sentire?» «No, mandami, mandamelo te lo faccio subito». Tra i casi più emblematici riportati dal gip nell’ordinanza, c’è il report effettuato su D. N., un soggetto con numerosi precedenti di polizia per reati di falso, truffa, truffa ai danni dello Stato, frodi nel campo dell’energia eolica e legato ad ambienti della criminalità organizzata. È l’11 luglio del 2022 quando Gallo contattata un ex collega. L’ex poliziotto, infatti, ha necessità di redigere un vero e proprio profilo del calabrese, commissionatogli da alcuni investitori operanti nel settore delle energie rinnovabili, i quali avevano la necessità di effettuare “due diligence” sull’uomo in quanto «quest’ultimo ha presentato loro un piano d’investimenti immobiliari e quindi vogliono verificare con chi hanno a che fare». Gallo, dunque, si sarebbe attivato per portare a termine la missione. Il giorno seguente, è il 12 luglio 2022, Gallo avrebbe contattato un soggetto che si occupa di servizi legali per le società attive nel settore energetico che gli indica un’altra persona fidata che Gallo prontamente contatta. Come riportato dal gip nell’ordinanza, Gallo, con dovizia di particolari, comunica all’interlocutore le informazioni raccolte sul soggetto interessato e, allo stesso tempo, chiarisce che il report su di lui sarà “negativo” in ragione delle problematiche giudiziarie e dei procedimenti penali in corso.
«(…) innanzitutto, lui non ti ha detto dei protesti che lui ha una seria di protesti dal 2018 al 2019 c’ha un totale un… poi te li elenco tutti protesti un assegno protestato 50mila euro un altro assegno di 3mila di 55 di 18 quindi c’ha quattro cinque protesti dal 2018 ad oggi…». E ancora: «(…) eehh noi lo diamo negativo perché ha cinque protesti in totale di 150 mila euro…». Gallo, parlando al telefono con l’intermediario, continua a fornire elementi sul conto del “soggetto attenzionato”, soprattutto quelli relativi ad alcuni precedenti penali e procedimenti giudiziari in corso. «(…) lui in sostanza è la Procura della Repubblica di Palmi che non so se te lo ha detto lui che ha avviato le indagini su di lui per una truffa di complessiva per complessivo una truffa per una presunta truffa su 172 mila euro…» «In sostanza loro vengono accusati del fatto che avendo indotto in errore gli appaltanti… insomma hanno mancato insomma hanno fatto una truffa di 172 mila euro, insomma, ecco tutto…». Gallo spiega ancora al suo interlocutore: «Volevo dirti che anche perché lui è di un posto dove è nato in Germania però lui è… diciamo originario di un posto, di Laureana di Borrello in Calabria e c’ho lavorato in quel posto ed è un posto ad altissima… noi lo segnaliamo in rosso per questa ragione perché i procedimenti sono in corso hai capito fossero terminati con archiviazioni, sono in corso e ti dirò di più la 90% verrà condannato per questo eh…».
Una precisione confortata da dati ottenuti grazie a un accesso abusivo eseguito dall’ex collega di Gallo su sua richiesta, nella banca dati SDI a disposizione della Polizia di Stato. C’è una notizia di reato del 25 marzo 2021 della Guardia di Finanza di Gioia Tauro, e un’altra del 7 agosto 2018, legata effettivamente ad una truffa di «complessivi 172 mila euro commessa alla mancata realizzazione di due impianti eolici (…) mediante il consapevole utilizzo di false polizze fidejussorie». Il gruppo, infine, avrebbe effettuato ricerche abusive anche su altri soggetti calabresi: F.P. (cl. ‘64) di Corigliano Rossano come G. R. (cl.’ 73) e poi L. R. (cl. ’63) di Cosenza. C’è poi F. M (cl. ’79) di Reggio Calabria e R. C. (cl. ’68) di Cosenza. I loro profili sono stati setacciati dal gruppo attraverso le ricerche – abusive – effettuate sullo SDI. (g.curcio@corrierecal.it)
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