«Il numero delle persone detenute nelle carceri italiane ha superato le 62mila unità: era dal 2013, cioè dall’anno della sentenza Torreggiani con cui la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo aveva condannato l’Italia per i trattamenti inumani e degradanti generalizzati nelle carceri italiane, che non si registravano numeri così elevati». A sottolinearlo è l’associazione Antigone, osservando che «solo nell’ultimo anno sono quasi 3mila i detenuti in più presenti nelle carceri, laddove i posti disponibili conteggiati dal ministero della Giustizia sono 51.196, mentre a meta’ ottobre sappiamo che tra questi 4.445 non lo erano realmente».
«In 23 delle 73 carceri visitate da Antigone nell’ultimo anno – spiega Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – sono state trovate celle che non rispettavano il parametro minimo dei 3mq. Una condizione riconosciuta dagli stessi tribunali di Sorveglianza italiani che sistematicamente condannano l’Italia. Nel 2023, su 9.574 istanze per sconti di pena ne avevano decise 8.234 e di queste accolte 4.731 (il 57,5%)». Per Gonnella, «le politiche governative, a partire dal ddl sicurezza, non fanno altro che spingere il sovraffollamento carcerario. Per questo – conclude – chiediamo in prima istanza di bloccarne l’approvazione, poi di prendere immediati provvedimenti al fine di ridurre il numero di persone detenute e garantire la legalità del sistema penitenziario, dove oggi ci sono 15mila persone che non hanno un posto regolamentare, e condizioni di lavoro dignitose per gli operatori, su cui si stanno scaricando le conseguenze delle attuali politiche penal-populistiche».
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