LAMEZIA TERME L’annuncio del governatore Occhiuto di ricandidarsi alla guida della Regione Calabria è sicuramente il fatto politico più significativo di questa seconda fase di legislatura regionale. Un annuncio non scontato ma da alcuni analisti in realtà atteso, anche se non in tempi così stretti, ma forse c’è da fare i conti anche con la capacità comunicativa di Occhiuto, che ha occupato la scena ieri a Reggio quasi oscurando la celebrazione dei due anni di governo Meloni (del resto, lo stesso Occhiuto è alla vigilia del traguardo del suo terzo anno alla Cittadella). Un annuncio destinato a condizionare fortemente il quadro politico in Calabria (e non solo), cambiandolo e semplificandolo, soprattutto per il centrodestra ovviamente, e aprendo di fatto una permanente campagna elettorale, che incrocia anche tornate diverse da quella regionale.
Probabilmente non mancheranno mugugni all’interno del centrodestra per il “gioco d’anticipo” del governatore, ma il rango nazionale di Occhiuto, che è vicesegretario di Forza Italia e ha relazioni ai massimi livelli anche nella Capitale, secondo gli analisti in realtà già ne “blinda” la ricandidatura sul tavolo delle trattative, quello nazionale soprattutto. In più, con la partita della leadership già di fatto chiusa, il centrodestra potrà ancora di più andare avanti da qui alla fine della legislatura senza la zavorra più pesante, anche se sia Occhiuto sia la sua maggioranza dovranno evitare passi falsi, un rischio che è sempre dietro l’angolo. Intanto la convention di ieri a Reggio conferma il dato quasi storico della capacità del centrodestra di compattarsi e di dare anche all’esterno l’immagine di uno schieramento che gioca duro (e unito) quando il gioco si fa duro. Un “messaggio” anche al Pd e al centrosinistra, perché ora anche loro devono fare i conti con la portata dell’annuncio della ricandidatura di Occhiuto e sono già nella scomoda posizione di chi deve rincorrere.
Nella recente convention di Mormanno la leader dem Elly Schlein ha tracciato la rotta invitando il partito e il centrosinistra a mettersi subito al lavoro per costruire l’alternativa in Calabria sia sotto il profilo programmatico sia con riferimento al nome del futuro candidato governatore. Il primo aspetto è sicuramente di più facile attuazione, anche se nel campo progressista restano tante incognite, che sono anche romane, incognite che riguardano i rapporti tra Pd e M5S (che continuano ad avere problemi interni, grossi ora quelli dei pentastellati) e il perimetro dello schieramento (che fare con i centristi di Italia Viva di Renzi e di Azione di Calenda, che in Calabria tra l’altro è già con il centrodestra?). Il secondo aspetto – il nome del possibile candidato presidente – ovviamente è il più complicato: a questo giro rispetto alle Regionali 2020 e 2021 il profilo dovrebbe essere prettamente politico, di “papabili” ce ne sono più di uno, a partire dal segretario dem Nicola Irto per arrivare a eventuali indicazioni del M5S (Anna Laura Orrico o Laura Ferrara sono molto accreditate) ai sindaci delle grandi città – che in Calabria sono quasi un partito a sé… – da Franz Caruso a Giuseppe Falcomatà da Nicola Fiorita a Flavio Stasi. Insomma, un po’ di affollamento in un campo largo al momento solo sul piano nominativo: perché questo è oggi il centrosinistra, un cantiere in realtà ancora tutto ancora da allestire. (a.cantisani@corrierecal.it)
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