LAMEZIA TERME Visita alle redazioni del Corriere della Calabria e de L’altro Corriere Tv del colonnello Andrea Mommo, comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza. Ad accogliere l’alto dirigente, il direttore del Corriere, Paola Militano. «In ambito istituzionale la stampa è importantissima, merito e rispetto a coloro che come voi danno evidenza a quello che accade sul territorio. Noi siamo una delle parti importanti che gestiscono e controllano dal punto di vista legale e giuridico il territorio in simbiosi con le altre forze di polizia e con l’autorità giudiziaria». Insediatosi ufficialmente il 16 settembre scorso, il colonnello ha dato forte impulso all’attività di controllo del territorio, con particolare attenzione rivolta al contrasto dello spaccio di droga. «Il core business della droga è una delle chiavi di lettura da tenere in considerazione in un territorio dove è presente la criminalità organizzata e poiché la ‘ndrangheta è una delle realtà più importanti, organizzate e strutturate sul territorio internazionale non possiamo che osservare anche questo tipo di fenomeno, ma non è l’unico. Cercheremo di analizzare anche altri settori come quello dell’ambiente, la sanità, saremo attenti su tutto».
La provincia di Cosenza è vastissima, il comandante ha avuto modo – nel corso della conferenza stampa di presentazione – di ripartirla in quattro macro aree: zona tirrenica, zona ionica, l’area del centro della provincia cosentina e infine l’area montana che confina con il Pollino. Particolare attenzione merita il territorio della Sibaritide, che il pm della Dda di Alessandro Riello ha avuto modo di definire, nel corso della requisitoria del processo “Athena“, una polveriera. «Posso dire che potenzieremo i nostri sforzi sia per l’azione preventiva sia per quella di contrasto. Sicuramente la squadra è forte, cercheremo di imprimere quel necessario spunto per raggiungere i risultati che tutti auspicano».
Come sottolinea il colonnello Mommo, i reati commessi sul territorio cosentino non riguardano solo e unicamente episodi di spaccio e narcotraffico. Come documentato dalle numerose operazioni portate a termine negli ultimi anni, il ricorso all’imposizione della tassa non dovuta ai commercianti (il pizzo) è utile ad arricchire le casse della mala cosentina, ma anche uno straordinario strumento di controllo del territorio. «La fiducia non possiamo instillarla noi nei cittadini, possiamo semplicemente far vedere quanto il nostro impegno sia pieno, totale e pagante nel lungo periodo. Ai cittadini chiediamo di venire da noi. Abbiamo bisogno di un semplice input per avviare una attività. Il controllo del territorio è costante ma alcuni elementi, alcuni dettagli emergono solo a seguito di attività investigative». (redazione@corrierecal.it)
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