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Catanzaro, lavoro in un supermercato a 3 euro l’ora. De Masi: «Dipendenti non siano lasciati soli»

L’imprenditore di Gioia Tauro. «Confindustria sono certo espellerà gli imprenditori canaglia e si costituirà parte civile»

Pubblicato il: 30/10/2024 – 17:18
Catanzaro, lavoro in un supermercato a 3 euro l’ora. De Masi: «Dipendenti non siano lasciati soli»

CATANZARO «Da imprenditore e da cittadino sono avvilito nel leggere le notizie di stampa relative all’ultima inchiesta della Procura di Catanzaro a cui va il merito di aver mostrato al Paese intero l’intollerabile gravità di certi comportamenti padronali, che vanno ben oltre lo sfregio delle norme sul lavoro, ledendo perfino i diritti umani e costituzionalmente garantiti». A dirlo è Nino De Masi , imprenditore di Gioia Tauro sotto scorta dopo le continue minacce ricevute dalla criminalità organizzata dopo le sue denunce.
«È inaccettabile che nel 2024 possano consumarsi fatti come quelli contestati agli indagati, in danno di persone costrette a subire soprusi d’ogni sorta, finanche la spregiudicata violazione della propria privacy attraverso le illegali intercettazioni compiute dal datore di lavoro», sostiene De Masi. Che aggiunge: «Ai lavoratori, vittime di questa turpe storia, esprimo la mia più sincera vicinanza e solidarietà. Al contempo esprimo la preoccupazione, vivissima, che i fatti sui quali indaga la Procura di Catanzaro, registrando già la pronuncia in sede cautelare di un giudice terzo, non siano affatto isolati. Questo caso richiama le istituzioni tutte ad una sana assunzione di responsabilità, affinché facciano piena luce sulla diffusione di certi scellerati abusi commessi da persone indegne di essere definite imprenditori. Al contempo impongono una presa di posizione pubblica ed inequivocabile della classe datoriale, iniziando da Confindustria, che sono certo espellerà gli imprenditori canaglia e si costituirà parte civile in questo ed in altri procedimenti penali analoghi. Perché questi non sono imprenditori, anzi, con il loro agire criminale danneggiano la sana impresa, fatta da gente perbene abituata a competere rispettando le regole e le leggi, oltre che la dignità umana». Poi la chiosa.
«Per la mia cultura, i lavoratori sono un valore aggiunto dell’azienda e non un problema. Un valore assoluto, la ricchezza vera dell’azienda, un patrimonio da tutelare».

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