FALERNA Michelangelo Iannone, commissario straordinario dell’Arpacal (Agenzia Regionale per la Protezione dell’ambiente della Calabria) respinge con forza la narrazione secondo cui la Calabria sarebbe la madre di tutti i mali nell’ambito della depurazione. Lo ha detto con forza questa mattina a Falerna nel corso della presentazione dei risultati dell’operazione “Mare Pulito 2024”, l’attività della Regione Calabria sulle strategie di intervento a tutela dell’ecosistema e a difesa del mare calabrese. «Che la mala depurazione sia stato e sia ancora un problema, è noto – ha affermato Iannone al Corriere della Calabria – quello che è meno accettabile è che la Calabria venga individuata come colpevole assoluta di tutti i mali. Non è affatto così, anzi la Calabria ha individuato immediatamente, con la presidenza della Regione, quale fosse il target da attenzionare. Lo stiamo facendo in maniera puntuale ormai da tre anni quasi, con analisi dei depuratori, con controlli fatti non soltanto a scopo repressivo, ma anche con il tentativo, in alcuni casi riuscito, di aiutare i gestori dei depuratori ad aumentare l’efficienza».
«Stiamo vivendo una stagione calda, molto calda – ha evidenziato Iannone noi siamo stati sul territorio praticamente in tutte le giornate di quest’estate, festivi compresi, e abbiamo fatto il nostro lavoro anche grazie al laboratorio mobile acquistato con un finanziamento della presidenza della Regione, analizzando puntualmente tutti i punti di criticità che abbiamo trovato e che ci venivano segnalati o che trovavamo noi attivamente. Abbiamo un numero complessivo di controlli che supera i seimila in termini di analisi fatte sia a livello del mare sia sulle criticità che abbiamo riscontrato all’interno dei corpi idrici che a mare portavano le problematiche note».
All’evento di oggi a Falerna era presente anche il direttore generale dell’azienda Calabria Verde Giuseppe Oliva. «Calabria Verde – ha ricordato al Corriere della Calabria – è un ente strumentale della Regione che, come è noto, si occupa di forestazione, ma tuttavia le articolazioni organizzative richiedono anche un impiego per attività istituzionali diverse, oltre alla forestazione, come in occasione di calamità naturali in supporto alla Protezione civile e in aiuto ad alcuni comuni in difficoltà nella sistemazione di alcune criticità fluviali. Oltre a questo, nell’ambito del servizio del comparto della sorveglianza idraulica che è insito nell’azienda Calabria Verde, noi assicuriamo con circa 300 unità sul territorio regionale dislocate, il monitoraggio del reticolo idrografico. Siamo stati coinvolti da parte del Dipartimento Ambiente nell’operazione “Mare Pulito” che va avanti ormai da tre anni su questo specifico progetto e che ci vede presenti con circa 100 unità che hanno supportato l’attività di controllo degli scarichi, piuttosto che degli alvi o delle criticità sulla solubilità del mare». Ma qual è stato, nello specifico il ruolo di Calabria Verde?«Attraverso una specifica convenzione con l’Agenzia regionale per l’Ambiente – ha detto Oliva – abbiamo supportato loro nelle attività di monitoraggio sulla qualità delle acque. Un’attività a 360 gradi in cui l’azienda non ha fatto mancare il suo apporto. Ammetto che abbiamo fatto tutto ciò con non poche difficoltà che purtroppo riscontriamo sul piano organizzativo, poiché l’azienda sta compiendo grandi sforzi organizzativi, in termini di bilancio e amministrativo, risalenti nel tempo che stiamo cercando di risolvere». (redazione@corrierecal.it)
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