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“Terramara Closed”, dissequestrati i beni all’imprenditore Carmelo Sposato

La Corte di appello di Reggio Calabra accoglie il ricorso dei difensori dell’imprenditore taurianovese, gli avvocati Romeo e Contestabile

Pubblicato il: 31/10/2024 – 13:46
“Terramara Closed”, dissequestrati i beni all’imprenditore Carmelo Sposato

REGGIO CALABRIA «La Sezione Misure di prevenzione della Corte di Appello di Reggio Calabria, accoglie il ricorso degli avvocati Antonio Romeo e Guido Contestabile, difensori dell’imprenditore Carmelo Sposato, e ribalta completamente la decisione di primo grado con la quale il Tribunale di Reggio Calabria aveva confiscato tutto il patrimonio mobiliare ed immobiliare del noto imprenditore taurianovese e sottoposto, inoltre, lo stesso alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza». Lo riferisce una nota. «Giunge, così, a distanza di soli pochi mesi dalla sentenza di assoluzione piena dal reato di associazione mafiosa un’altra importantissima decisione a favore del signor Carmelo Sposato, affermato costruttore nel settore edilizio di tutto il territorio pianigiano che – prosegue la nota – chiude definitivamente e positivamente il cerchio di un lungo calvario personale e familiare durato tantissimi anni. Carmelo Sposato era stato coinvolto alla fine del 2017 nell’operazione della Procura Distrettuale di Reggio Calabria, denominata “Terramara Closed ” poiché ritenuto a capo di una consorteria di ‘ndrangheta ( cosca Sposato-Tallarida )  dedita alla commissione di gravissimi reati. Lo Sposato, assieme ad altre 48 persone, era stato tratto in arresto a seguito di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip Distrettuale di Reggio Calabria che, però, veniva subito, ma parzialmente, annullata dal Tribunale del Riesame reggino e poi, successivamente, dalla Suprema Corte di Cassazione che disponeva procedersi ad un nuovo giudizio davanti al Tribunale cautelare di Reggio Calabria, dal momento che non affatto veniva ravvisata la gravità indiziaria delle accuse rivolte allo Sposato All’esito del giudizio di rinvio, svoltosi davanti al Tribunale del riesame, la misura custodiale veniva completamente annullata con immediata rimessione in libertà dell’imprenditore taurianovese. Nel merito dei fatti, il Tribunale di Palmi, a conclusione del giudizio di primo grado condannava, però, Carmelo Sposato ad anni quindici di reclusione, ritenendolo responsabile di tutti i reati allo stesso ascritti. Non dello stesso parere, però, la seconda Sezione della Corte di Appello di Reggio Calabria (Olga Tarzia, Presidente) che, accogliendo il gravame dei Difensori (Romeo e Contestabile) dello Sposato, in data 14.02.2024 ribaltava la decisione di primo grado assolvendo lo Sposato per insussistenza del fatto. I fatti contestati nell’ambito del procedimento Terramara Closed determinavano però l’avvio della procedura di prevenzione davanti alla sezione del Tribunale di Reggio Calabria che, all’esito del giudizio, applicava allo Sposato la misura personale della sorveglianza speciale per la durata di anni tre e contestualmente disponeva la confisca di tutto il suo patrimonio mobiliare ed immobiliare, nonché delle aziende delle quali lo stesso era titolare. Anche in questo caso i Difensori dello Sposato impugnavano la decisione di primo grado rivolgendosi alla Corte di Appello di Reggio Calabria lamentando la totale infondatezza e la manifesta ingiustizia della doppia misura di prevenzione applicata al sig. Carmelo Sposato, poiché carente di tutti i presupposti di legge.  Gli avvocati Romeo e Contestabile, nel corso del lungo procedimento di appello, sono stati validamente coadiuvati da Francesco Deraco e Rosamaria Femia, consulenti tecnici dello Sposato, nella laboriosa opera di ricostruzione analitica di tutta la contabilità fiscale delle Ditte dell’imprenditore taurianovese che ha interessato un arco di tempo di ben oltre un ventennio. Contrariamente a quanto stabilito dal perito di ufficio, nominato dalla Corte di appello, la difesa dello Sposato è riuscita a dimostrare che nessuna sperequazione emergeva dalla elefantiaca documentazione fiscale che era stata oggetto di attenta e competente analisi e che, di conseguenza, esisteva una perfetta simmetria tra redditi dichiarati e fatturato legittimamene realizzato. Tra i beni oggi restituiti dalla Corte di Appello di Reggio Calabria rientra anche il noto ristorante Moon Light, con annessa attività, la cui titolare è la moglie dell’imprenditore taurianovese, Mariella Chirico, terza interessata nel concluso procedimento di prevenzione». Soddisfatti dell’esito del giudizio di prevenzione i difensori di Carmelo Sposato. L’avvocato Romeo ha dichiarato che «finisce finalmente, e nel migliore dei modi, anche questa seconda partita, questo lunghissimo e travagliato percorso giudiziario di Carmelo Sposato, vittima di meri infondati pregiudizi accusatori e di accuse che si sono sempre dimostrate del tutto inconsistenti».  L’avvocato Contestabile ha affermato come «la decisione della Corte di Appello pone fine al drammatico calvario cui il nostro assistito è stato sottoposto per tanti lunghi anni ed incoraggia ad avere sempre fiducia nella giustizia che spesso, anche se tardi, restituisce dignità e verità rispetto ad accuse molte volte vuote di qualsiasi contenuto».

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