È allarme in Europa per il mercurio presente nel 100% delle scatole di tonno. A lanciarlo, un recente rapporto pubblicato in Francia dalle Organizzazioni non governative (Ong) Bloom e Foodwatch.
Le due Ong, infatti, hanno esaminato 148 scatole di tonno in 5 diversi Paesi europei, rivelando in ognuna di queste un quantitativo di mercurio superiore a 0,3 milligrammi al chilo. Quest’ultimo valore corrisponde al limite massimo di mercurio in alcune specie ittiche, tra cui cefalopodi, merluzzo, dell’Alaska, salmone e trota. Per quanto riguarda il tonno, ma non solo (per esempio anche il pesce spada, alcuni tipi di sgombro e lo storione) il limite di mercurio sale a 1 milligrammo per chilo. Per altri prodotti da pesce, infine, si ha un valore massimo di 0,5 milligrammi al chilo.
A causa dei pericoli derivanti dall’ingestione regolare di mercurio, anche in piccole dosi, tutte le lattine che superano il limite di 0,3 mg / kg dovrebbero essere vietate dalla vendita. Per il tonno in scatola, però, l’Europa ha fissato una soglia di 1 mg/kg, un limite ben tre volte superiore rispetto a quello di altre specie, calcolato sul peso del tonno fresco e non sul prodotto conservato.
«Qualità, sicurezza alimentare e salubrità del tonno in scatola sono un’assoluta priorità per l’industria italiana delle conserve ittiche. Ripristiniamo la realtà dei fatti, non c’è nessun rischio di non conformità da mercurio nel tonno in scatola commercializzato sul mercato italiano», afferma Ancit (Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare), così come riporta AdnKronos.
«Il tonno in scatola sul mercato italiano, rispetta la legislazione dell’Unione Europea in materia di sicurezza alimentare e per la possibile presenza del mercurio risponde ai requisiti di legge imposti dall’Unione Europea», sottolinea Ancit.
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