VIBO VALENTIA Decine di operatori sanitari, tra infermieri e oss, si sono ritrovati oggi di fronte all’Asp di Vibo Valentia per protestare contro la decisione di non rinnovare i contratti che scadranno a breve. Una scelta che «rischia di mandare in collasso la sanità vibonese», come hanno sottolineato i sindacati nella conferenza stampa della scorsa settimana, convocata dopo la nota della Regione che parlava di personale «in esubero» nel Vibonese. Circa 72 gli operatori interessati, per 12 dei quali è scaduto il contratto proprio con la giornata di oggi. Il sit-in, organizzato dalle categorie sindacali di riferimento Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Nursing Up e Nursind, è terminato con l’incontro tra i rappresentanti e la dirigente Asp Elisabetta Rosa Tripodi, che si è impegnata a riferire alla commissione prefettizia le richieste dei lavoratori. Anche la Regione, da quanto emerso dall’incontro, avrebbe aperto al dialogo con i sindacati, con il presidente Occhiuto che dovrebbe partecipare in questi giorni a un tavolo tecnico istituito in Prefettura. Obiettivo, spiegano a margine del sit-in i rappresentanti, prorogare i contratti che hanno imminente scadenza in attesa di discutere sul loro futuro.
«Ancora ad oggi non abbiamo novità» spiega Luciano Contartese, segretario della Fp Cgil, affiancato da Antonino D’Aloi della Cisl Fp, Massimiliano Lo Gatto, Uil Fpl, Domenico La Bella, Nursind, Giuseppe Gliozzi, Nursing Up e Domenico Pafumi della Fials. «Abbiamo ricevuto una lettera dalla Regione e dal presidente Occhiuto in cui si apre a un tavolo tecnico, ma la nostra preoccupazione sono i 12 contratti che scadono oggi a mezzanotte. Questo creerà disservizi all’interno dell’unità operativa e, soprattutto, alla popolazione». Due le scadenze, oltre a quella odierna, che preoccupano i sindacati: quella del 16 novembre e del 31 dicembre, date in cui termineranno altri contratti. «Noi chiediamo una proroga per poi discutere al tavolo tecnico e trovare un posto a queste persone che loro considerano in esubero. Perché tutto parte dalla nota della Regione in cui sostengono ci siano circa 81 operatori in esubero, noi vogliamo essere ascoltati per dimostrare che si tratta di dati sbagliati».
Priorità, dunque, per i lavoratori che rischiano nell’imminenza di ritrovarsi senza un lavoro. «Non capisco perché parlano di una sanità regionale in difficoltà e poi ci mandano a casa in questo modo» interviene un’operatrice sanitaria. «Noi – continua Contartese – abbiamo già comunicato al prefetto e agli organi istituzionali che così ci saranno disservizi, per non parlare addirittura di un collasso con molte unità operative che si ritroveranno con la difficoltà a coprire i turni, perché qua c’è addirittura esigenza di più personale. C’è questo cortocircuito che a noi sindacati non convince». Presenti al fianco dei lavoratori anche i consiglieri regionali Raffaele Mammoliti e Antonio Lo Schiavo, che avevano rilanciato l’allarme delle sigle sindacali rivolgendosi alla giunta regionale. «Siamo qui – afferma Mammoliti – a testimoniare la nostra vicinanza, il nostro sostegno perché vogliamo realizzare due obiettivi fondamentali: l’affermazione dei diritti dei lavoratori dopo tanti mesi di lavoro difficili senza dispositivi di protezione individuale, eroi che oggi devono avere un riconoscimento, e la garanzia dei servizi. Senza questi lavoratori molti servizi e prestazioni verrebbero meno».
Il consigliere regionale del Pd chiede «soluzioni utili e concrete» non solo per garantire un futuro occupazionale ai lavoratori, ma anche «garantire i livelli essenziali di assistenza alla sanità di questo territorio». Mammoliti chiede di accogliere le richieste di proroga dei contratti in attesa del tavolo «anche per ridefinire la pianta organica e vedere come effettivamente utilizzare e valorizzare al meglio le risorse umane e il personale di cui la sanità vibonese ha bisogno. Abbiamo minori posti letto rispetto ad altri territori, una rete ospedaliera critica, una medicina del territorio che non esiste. Di sicuro per la sanità che noi vogliamo ci sarebbe bisogno di questi 70 lavoratori e anche di tanti altri». (Ma.Ru.)
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