Le Organizzazioni sindacali confederali Cgil, Cisl e Uil Calabria, unitamente alle rispettive categorie Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, «esprimono la loro determinazione a proseguire con decisione il confronto con le istituzioni regionali e nazionali per trovare una soluzione definitiva alla vertenza che coinvolge i lavoratori della Abramo Customer Care. La situazione, da tempo al centro di un percorso complesso, vede coinvolte centinaia di lavoratori il cui futuro occupazionale è appeso a un filo».
Nelle ultime ore, le Organizzazioni sindacali hanno partecipato a due incontri con il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, durante i quali è stato illustrato un percorso di azioni per affrontare e risolvere la difficile situazione. «Da sempre, – si legge nella nota – riteniamo fondamentale il coinvolgimento delle istituzioni e di tutti gli attori coinvolti per costruire un processo di risoluzione rapido, condiviso e incentrato sulla tutela dei diritti dei lavoratori. Oggi serve un approccio innovativo per trovare una soluzione concreta. Una delle proposte innovative emerse riguarda l’impiego dei lavoratori della Abramo Customer Care nel processo di dematerializzazione delle cartelle cliniche e la loro integrazione nei fascicoli sanitari elettronici, un’attività strategica per il miglioramento dei servizi sanitari regionali. Tale misura non solo valorizzerebbe le competenze dei lavoratori, ma garantirebbe un contributo concreto alla digitalizzazione del sistema sanitario calabrese, rendendo i servizi più efficienti e accessibili ai cittadini. Inoltre, l’idea di inserire questi operatori nel percorso Dunamis, sfruttando gli incentivi all’occupazione, rappresenta un’opportunità concreta per offrire stabilità lavorativa e per promuovere l’integrazione di queste risorse nel tessuto produttivo della regione. Da parte sua, la Regione Calabria ha già preso un impegno importante, destinando 15 milioni di euro di fondi comunitari a supporto delle iniziative di riqualificazione e reimpiego dei lavoratori coinvolti. Queste risorse rappresentano una base fondamentale per sostenere economicamente le azioni previste e garantire che le soluzioni prospettate siano economicamente sostenibili e di lungo periodo. Nonostante l’impegno della Regione, resta fondamentale il confronto a livello nazionale».
Mercoledì 6 novembre alle 16.30 è stato convocato il tavolo di confronto al Mimit. «Confidiamo – affermano i sindacati – che, in occasione del tavolo di discussione convocato dal MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) per il prossimo 6 novembre, si possano fare passi avanti decisivi. È essenziale che, in quella sede, non si frappongano ulteriori ostacoli da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e dei commissari coinvolti nel processo, poiché qualsiasi ritardo o impedimento rischierebbe di compromettere il futuro occupazionale dei lavoratori della Abramo Customer Care. La riunione del 6 novembre rappresenta un’opportunità fondamentale per definire un percorso condiviso e operativo, evitando ogni possibile problema che possa rallentare l’adozione delle misure di sostegno e stabilità per i lavoratori. La responsabilità del MIMIT e il ruolo dei commissari sono cruciali e, per questo, chiediamo che i commissari e il Ministero partecipino con determinazione e pragmatismo al tavolo, dando priorità alle soluzioni a favore dei lavoratori e della comunità calabrese».
Cgil, Cisl e Uil Calabria, insieme alle rispettive categorie, ribadiscono il proprio impegno nel portare avanti questa battaglia a tutela dei lavoratori della Abramo Customer Care: «Siamo pronti a collaborare con le istituzioni e con l’azienda per definire una soluzione complessiva che non solo risponda alle esigenze di continuità lavorativa, ma rappresenti anche un investimento sul futuro della Calabria e del suo tessuto produttivo. Continueremo a monitorare attentamente l’evolversi della situazione, mantenendo alta l’attenzione sulle necessità dei lavoratori e delle loro famiglie e puntando a una risoluzione che salvaguardi il diritto al lavoro e alla dignità professionale».
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