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I beni confiscati come «leva di sviluppo e di riscatto»: ecco le nuove azioni della Regione

Contenuti e obiettivi del Piano di settore con cui la Giunta intende attuare la strategia di valorizzazione del patrimonio sottratto alla ‘ndrangheta

Pubblicato il: 01/11/2024 – 13:15
I beni confiscati come «leva di sviluppo e di riscatto»: ecco le nuove azioni della Regione

CATANZARO Favorire il riutilizzo e la restituzione dei beni confiscati alla ‘ndrangheta alla collettività per finalità sociali ed istituzionali. La Regione Calabria dà attuazione alla “Strategia” adottata lo scorso anno varando il Piano di settore per la valorizzazione degli immobili sottratti alle cosche: il Piano è contenuto in una recente delibera approvata dalla Giunta su proposta del vicepresidente Filippo Pietropaolo, che ha la delega alla legalità. Il documento – consultabile alla fine dell’articolo – in sintesi “mappa” i fabbisogni del territorio in coerenza con gli strumenti finanziari, al fine – si legge nella delibera – di «valorizzare un patrimonio che, soprattutto nelle aree economicamente più deboli ma al contempo più caratterizzate dalla rilevanza del fenomeno, costituisce un essenziale leva di sviluppo e riscatto». Previste anche le risorse necessarie, provenienti dai fondi comunitari del Pr 2021-27 e del Fsc-Accordo di Coesione, per circa 50 milioni: tra le azioni, “Infrastrutture che contribuiscono all’inclusione sociale” (per  17,3.milioni), “Promuovere innovazione sociale per lo sviluppo di nuovi servizi di welfare e sostenere l’imprenditorialità sociale” (per 18,8 milioni, in particolare 12,6 milioni per percorsi di integrazione e reinserimento nel mondo del lavoro dei soggetti svantaggiati e 6,2 milioni per misure volte a migliorare l’accesso dei gruppi emarginati come i Rom all’istruzione e all’occupazione).

Gli obiettivi della Regione

Secondo quanto scrive la Giunta regionale «la restituzione alle comunità territoriali dei beni confiscati alle mafie costituisce uno strumento di grande valore rieducativo, non solo perché detti beni possono trasformarsi in opportunità occupazionali, generando lavoro che produce beni e servizi di pubblica utilità, ma anche perché gli stessi possono rappresentare luoghi di stimolo alla partecipazione civile, di inclusione sociale e di accoglienza e di costruzione di comunità solidali. Tale obiettivo può essere perseguito anche attraverso l’utilizzo di beni definitivamente confiscati alla criminalità organizzata, nell’ambito di una positiva ed efficace cooperazione tra diversi livelli di governo che consenta di individuare, sulla base degli specifici quadri esigenziali, immobili opportunamente destinabili all’uso richiesto, in relazione ai quali porre in essere i necessari interventi di ristrutturazione ed adeguamento funzionale nonché il superamento di eventuali criticità tecnico-urbanistiche». Per questo – si specifica -− «l’amministrazione regionale si è posta l’obiettivo di favorire il riutilizzo dei beni confiscati e la loro restituzione alla collettività per finalità sociali ed istituzionali e ha definito la “Strategia regionale per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata attraverso le politiche di coesione”, volta ad individuare il percorso attraverso il quale le azioni di recupero acquistino sistematicità e diventino strutturate sul territorio, garantendo nel contempo la gestione del bene». (a. cant.)

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