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Il ruolo dell’Università Magna Graecia, a Catanzaro il dibattito si fa serrato

L’”ingaggio” di Ciro Indolfi da parte dell’Unical ha fatto alzare i riflettori (e i timori) sul futuro dell’Umg nel contesto universitario calabrese

Pubblicato il: 01/11/2024 – 17:24
Il ruolo dell’Università Magna Graecia, a Catanzaro il dibattito si fa serrato

CATANZARO Si infiamma a Catanzaro il dibattito sul ruolo e sul futuro dell’Università Magna Graecia, con riferimento al complessivo sistema accademico calabrese oltre che nel suo rapporto con la città. Ad alimentarlo, l’”ingaggio” da parte dell’Unical di Arcavacata di Rende di un luminare come il professore Ciro Indolfi, punto di riferimento della Cardiologia – è stato fondatore dell’Istituto all’Umg – ben oltre i confini di Catanzaro e della Calabria. Una vicenda che si aggiunge poi anche ad altre che negli ultimi due anni hanno caratterizzato il sistema universitario calabrese come la nascita di altre Facoltà di Medicina oltre quella storicamente esistente a Catanzaro, che ha così perso una sorta di esclusività in Calabria. In queste ore la politica catanzarese ha quindi alzato i riflettori (e espresso i propri timori) sul ruolo e sul futuro della Umg, considerando lo spessore della figura di Indolfi. A intervenire anche diversi esponenti dell’amministrazione comunale, a partire dall’assessore alla Cultura Donatella Monteverdi, tra l’altro docente all’Università di Catanzaro, secondo la quale «appare legittimo interrogarsi su quanto ancora il professore Indolfi avrebbe potuto dare in termini di contributo per la crescita e lo sviluppo della nostra università, per renderla ancor più attrattiva e consolidarne il ruolo all’interno del sistema dell’alta formazione calabrese. Appare legittimo chiedersi se siano state percorse tutte le strade possibili perché ciò potesse avvenire».

Il dibattito

A stretto giro il vicesindaco, Giusi Iemma, che è anche presidente regionale del Pd: «Al netto delle motivazioni strettamente personali che riguardano i percorsi lavorativi dei singoli, emerge il bisogno di fare chiarezza sulla visione d’insieme attorno all’Università, affinché i percorsi di crescita dell’offerta formativa e, al contempo, di integrazione con la città possano davvero avere un seguito realizzabile. Un dato di fatto è inequivocabile: nessuno può permettersi di far naufragare il sogno Umg partorito dal compianto Salvatore Venuta, né tantomeno disperdere il patrimonio di conoscenze e di esperienze maturato dalla scuola di Medicina in tutti questi anni». Per un altro assessore comunale, Totò Battaglia, «non piace, non è chiara e preoccupa quello che sta accadendo nella galassia universitaria calabrese. Si badi bene, non perché nell’ultimo anno si è deciso di portare a quattro il numero delle facoltà di medicina nella nostra regione, si spera che questo possa servire a migliorare il livello della disastrata offerta sanitaria calabrese, non perché ogni singola realtà cerca di migliorarsi e crescere, è nella logica delle cose, ma perché non si comprende se esista una strategia didattica organica e complessiva». Gregorio Buccolieri, consigliere comunale di maggioranza, osserva: «I cittadini meritano di capire qual è la visione sull’offerta formativa che anima gli intenti del presidente della Regione e quali azioni l’Università Magna Graecia ha posto in essere per potenziare la didattica restando al passo con i tempi. Rispetto al consiglio comunale del.16 gennaio 2023, al quale non ha partecipato il presidente Occhiuto, oggi la preoccupazione è notevolmente accresciuta e merita di essere dibattuta alla presenza dello stesso, del Rettore e della classe dirigente calabrese. La misura è colma. Il consiglio comunale, che compulserò sul punto, non può esimersi dal divenire soggetto promotore di un serrato dibattito favorendo il più ampio coinvolgimento di cittadini e la partecipazione di tutti gli attori protagonisti». Infine, dai banchi della minoranza il consigliere comunale Manuela Costanzo: «Tardivo ed inutile l’intervento dell’assessore Donatella Monteverdi. Non è solo il caso Indolfi che impone una riflessione sul ruolo dell’università nella nostra città, con tutte le conseguenze che ne derivano sulla sanità. Ancor prima c’è stata la spoliazione dell’ateneo del capoluogo. E questo non è certo responsabilità di Crotone o Cosenza, che hanno fatto il loro gioco e giustamente ottenuto ciò che volevano. Ma mi chiedo: la professoressa Monteverdi, quando tutto ciò accadeva, dove era?». (c. a.)

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