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l’indagine

I dossieraggi di Gallo per la manager calabrese e le indagini sui dipendenti. «Mi serve il nome della moglie»

Tra gli indagati dalla Procura di Milano anche la catanzarese Teresa Ferro. All’ex superpoliziotto avrebbe chiesto una “mappatura” su alcuni lavoratori infedeli e pronti alle dimissioni

Pubblicato il: 04/11/2024 – 18:55
di Giorgio Curcio
I dossieraggi di Gallo per la manager calabrese e le indagini sui dipendenti. «Mi serve il nome della moglie»

LAMEZIA TERME Servizi informativi, intercettazioni e dossier. Le “specialità” offerte dal gruppo guidato dall’ex superpoliziotto, Carmine Gallo, avevano assunto nel tempo una maggiore capacità, grazie soprattutto al know-how acquisito, ad esempio, con le intercettazioni telematiche attivate per Erg Spa.
In questo “cerchio” rientra anche la “Heineken Italia Spa”. È il dato emerso nell’attività investigativa coordinata dalla Distrettuale antimafia di Milano, affidata ai Carabinieri del Comando provinciale di Varese. All’azienda produttrice di birre con sede in Olanda, il gruppo guidato da Carmine Gallo «avrebbe fornito all’inizio alcuni servizi informativi per il tramite dei propri dossier», poi si sarebbe occupato anche «delle intercettazioni telematiche attive utilizzando come “punto di compromissione” per “schierare” il trojan le reti informatiche “intranet” delle aziende a cui i computer target si collegano per ragioni lavorative». Ed è in questo contesto che si inserisce la figura di riferimento, Teresa Ferro, catanzarese classe 1978, Procuratrice Speciale di Heineken Italia, tra le decine di indagati nell’inchiesta che ha portato ai domiciliari proprio Gallo.

Le indagini su un dipendente

L’attività di indagine dei Carabinieri, confluita in una corposa informativa che ha dato il via all’indagine sul dossieraggio del gruppo di Carmine Gallo, ha consentito di accertare intercettazioni telematiche attive in corso fino alla conclusione dei monitoraggi della pg su almeno 8 soggetti, dipendenti della società Partesa Srl ed Heineken Italia Spa. Come ricostruito dai militari, il rapporto tra il gruppo di via Pattari ed Heineken Italia Spa è datato come dimostrano numerose attività informative svolte dal gruppo per la società Olandese. Un rapporto confermato anche dalla fatturazione in uscita di “Equalize Spa” per un totale di circa 30mila euro, per operazioni di dossieraggio fatturate fino a maggio 2023.
Gli inquirenti, ad esempio, sarebbero riusciti a tracciare un contatto tra la manager della società produttrice di birre, avvenuto via mail proprio con Carmine Gallo, relativi ad un accertamento da effettuare su «un cellulare». La manager nei giorni successivi avrebbe contattato ancora Gallo per potere effettuare delle “indagini” su un dipendente. I dati acquisiti, infatti, sarebbero serviti alla calabrese Ferro per «intraprendere azioni davanti al Giudice del lavoro» nei confronti proprio del dipendente con il quale era in atto una disputa. «(…) il suggerimento è quello perché prima di contestare vedete tutte le cose come stanno poi gli contestate la cosa capito?» dice Gallo, che spiega ancora: «Tre settimane dal momento in cui firmiamo il contratto…», indicando quindi le tempistiche per la redazione di una nota in merito proprio al dipendente finito nel mirino. Nel corso dell’indagine, i militari tracciano gli accessi effettuati da Schiano allo SDI. Quest’ultimo, infatti, avrebbe interrogato più volte il nome del soggetto oggetto della loro investigazione, un rappresentante e commerciante di bevande nato peraltro a Cosenza.



La “paura” delle dimissioni a catena

È il 19 dicembre quando i militari registrano la prima conversazione tra Gallo e Teresa Ferro. Al centro, la necessità da parte della calabrese di effettuare un’indagine invasiva – intercettazioni – su alcuni dipendenti. La donna – come si legge ancora nell’informativa – racconta il problema che sta affrontando circa alcuni dipendenti “infedeli” e della necessità di ottenere da parte di Gallo e del suo gruppo «un coordinamento delle attività già iniziate dalla propria società “Heineken”». Teresa Ferro, infatti, spiega come dalle dimissioni di un dipendente si siano generate dimissioni a catena di altri dipendenti collegati, e di come dietro a questa dimissione “di massa” ci potesse essere un accordo illecito tra gli ex dipendenti ed una concorrente di Heineken. «(…) è una cosa molto delicata, allora in sostanza noi abbiamo avuto un agente che si è dimesso qualche settimana fa, un agente con il quale stavamo diciamo cercando di trovare un accordo perché questo in realtà gli mancava poco tempo alla pensione…».

Comprendere le mosse del competitor

La catanzarese Ferro – come ricostruito dai Carabinieri – aveva dunque l’intenzione di mappare la rete dei contatti del dipendente dimissionario, così da «comprendere le mosse del competitor anche acquisendo i dati presenti sui computer dei dipendenti» fingendone l’acquisizione per un’attività di manutenzione. «(…) c’è da mappare la rete degli interlocutori che posso essere dietro a questo disegno e iniziare a preparare tutte le evidenze con un’investigazione fatta bene per fare una causa all’azienda mi segui?», e parla di circa una ventina di dipendenti in procinti di dimettersi. A questo punto Carmine Gallo rassicura la calabrese Ferro e «chiarisce che il proprio know-how è elevatissimo anche per via dei clienti di altissimo livello seguiti», annotano i militari nell’informativa. L’ex superpoliziotto poi racconta di come abbiano ottenuto grandi risultati per le investigazioni proprio dalle acquisizioni tecniche di dati presenti nei computer dei dipendenti monitorati, e si rende disponibile ad un incontro di persona. Dall’attività investigativa dei Carabinieri emerge chiaramente «come Teresa Ferro, pur avendo la regia delle operazioni, voglia comunque mantenere un atteggiamento defilato e “mandare avanti” altri del suo staff.



Il contratto in Word

Qualche giorno dopo i due si risentono telefonicamente per nuovi aggiornamenti. In questa occasione, Carmine Gallo spiega nuovamente alla calabrese «come abbiano già lavorato con Erg su una vicenda simile», annotano i militari nell’informativa, e della centralità del tema legale: la necessità di acquisire dati che possano essere poi spesi in un giudizio davanti ad un Giudice del Lavoro. L’ex ispettore, poi, avrebbe chiarito come il contratto che è stato mandato al team della calabrese Ferro fosse in Word in modo che lei stessa potesse «integrarlo e modificarlo a piacere, secondo gli standard della propria azienda o le necessità legali», annotano i militari, ma che comunque i servizi che il gruppo di via Pattari avrebbero fornito sarebbero stati «esclusivamente quelli che verbalmente Gallo ha esplicitato».  

«Attività di Polizia per il privato»

Secondo gli inquirenti, dunque, le attività per la Ferro «rappresentano effettivamente delle vere e proprie attività di Polizia a favore del privato». Il gruppo, infatti, sarebbe riusciti anche ad ottenere i dati del congiunto di un dipendente e fornirli al “datore di lavoro” per gli scopi che lo stesso ritiene e senza un preciso incarico investigativo che «apparrebbe anche anomalo ed estraneo alla mission aziendale», annotano i militari. «(…) senti, io avrei bisogno di recuperare il nome della moglie di una persona che lavora per noi, voi attraverso i vostri strumenti riuscite a farlo questo?» chiede Ferro a Gallo che risponde positivamente: «Si mandami nome e cognome o nome cognome e codice fiscale suo di questo qua eh… va bene?». «Si… te lo mando subito su WhatsApp va bene?!». (g.curcio@corrierecal.it)

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