Due pareggi casalinghi per Catanzaro e Cosenza nella dodicesima giornata del campionato di serie B. Due punti che mantengono le squadre calabresi nelle zone basse della classifica.
Il Catanzaro è affetto da pareggite. Otto delle dodici gare giocate in campionato sono terminate col il segno X. Se è vero che pareggiare è sempre meglio che perdere, è altrettanto vero che serve qualche vittoria in più per staccare in maniera considerevole le zone a rischio della classifica, ancora troppo vicine.
La gara casalinga contro il Frosinone non consente al Catanzaro di compiere l’atteso salto di qualità dopo le ottime prove contro SudTirol e Pisa. La squadra di Caserta conferma i segnali di crescita ma sbatte contro il muro dei ciociari, orfani da ormai tre turni dell’ex Vivarini.
La terza gara in una settimana si sente, e tanto, sulle gambe dei giallorossi che, sebbene facciano la partita, non riescono a pungere. Manca lo spunto negli ultimi metri, manca la giocata per superare l’attenta difesa ospite (che conquista il terzo pareggio consecutivo dopo l’esonero del tecnico di Ari). Troppo poco per avere la meglio su una squadra ferita e a caccia di punti, presentatasi al Ceravolo imbottita di giovanissimi (tra i titolari due 2003, un 2005 e due 2006).
A nulla sono serviti anche gli innesti offensivi operati da Caserta che chiuderà la gara con 3 attaccanti di ruolo, Pittarella, Iemmello e Biasci, assistiti da due esterni come Brignola e D’Alessandro. Il gol non arriva e il Catanzaro deve accontentarsi dell’ennesimo pareggio e dell’ennesima gara senza gol.
Crema: la continuità nei risultati e la solidità difensiva restano le note più liete. Sono 5 le gare consecutive senza sconfitte delle aquile, condite, però, da una sola vittoria. Il continuare a muovere la classifica, seppure a piccoli passi, è fondamentale anche per l’umore così come fondamentale è non subire gol e, in questo, le aquile sono seconde solo allo Spezia. Appena 9 i gol subiti da Pigliacelli (anche ieri tra i migliori in campo) e ben sei clean sheet, tre nelle ultime tre gare. La forza del Catanzaro, quest’anno, sta nella difesa.
Amarezza: se la crema sta nel reparto arretrato, la mancanza di incisività nel reparto avanzato resta la nota stonata. La gara casalinga contro il SudTirol sembrava aver finalmente indicato la strada giusta a Iemmello e compagni autori, ieri, di un notevole passo indietro in fase realizzativa. Troppo pochi 11 gol in 12 gare, troppo poche anche le occasioni da gol create. (Stefania Scarfò)
Il discorso più o meno è sempre lo stesso: senza la penalizzazione di quattro punti in classifica, sul campionato del Cosenza al momento ci sarebbe ben poco da dire. Nonostante i limiti strutturali presenti in organico, i ragazzi di Massimiliano Alvini stanno compiendo un’impresa dopo l’altra, mettendo costantemente in difficoltà compagini sulla carta nettamente superiori. Al cospetto di una Salernitana costruita per obiettivi più ambiziosi di una semplice permanenza in B, i Lupi hanno disputato una buona partita, magari meno lucida rispetto a quella di Reggio Emilia, ma comunque più che soddisfacente. I campani, rigore a parte, non hanno mai impensierito Micai ed è davvero un peccato che alla fine si sia raccolto un solo punto che sa tanto di ennesima occasione sprecata. Un concetto rimarcato a fine gara dallo stesso tecnico silano
Crema: la notizia migliore di questo primo scorcio di stagione rossoblù e che Aldo Florenzi è tornato. Dopo due anni di infortuni, pochissimi alti e tantissimi bassi, il furetto sardo si sta riprendendo il Cosenza, e lo sta facendo nella stagione probabilmente più complessa della storia recente del calcio bruzio. È lui l’anima, il gioiello e il trascinatore di un gruppo di ragazzi volenteroso e disposto al sacrificio ma comunque con tanti, troppi limiti, da portarsi dietro, specie in zona offensiva.
Amarezza: Massimiliano Alvini, due giorni fa, aveva detto, con rammarico, che intorno al Cosenza si respira un’aria eccessivamente negativa. Ma, essendo una persona estremamente intelligente, l’allenatore toscano sa bene che nessuno (o pochi) ce l’ha con lui e con i suoi calciatori. La negatività di pensiero è rivolta a chi lo ha messo nelle condizioni di giocarsi una salvezza, già difficile da raggiungere in condizioni di normalità, con una penalizzazione pesante in graduatoria. La negatività di pensiero di buona parte della piazza è rivolta a chi, dopo l’addio di Gennaro Tutino, lo ha messo nelle condizioni di giocarsi una salvezza senza un attaccante in grado di dare un senso all’ottimo gioco che i suoi ragazzi sanno esprimere. (Francesco Veltri)
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