Per gli asili nido copertura su base regionale ulteriormente dimezzata. Un “taglio” che potrebbe «consolidare l’esistente confermando le disuguaglianze territoriali nei livelli di copertura». L’allarme lo lancia Chiara Saraceno, sociologa e portavoce di EducAzioni, che al Fatto Quotidiano parla delle nuove misure intraprese dal governo, in particolare sulla copertura per gli asili nido che sarebbe stata ridimensionata ancora nel Piano strutturale di bilancio a medio termine inviato all’Europa. Nel Pnrr l’Italia aveva preso l’impegno di creare 264 mila posti per la fascia d’età 0-6, poi ridotti dal governo Meloni a 150 mila. Secondo quanto denunciato dal Fatto Quotidiano, si sarebbe passati da una percentuale del 33% di bambini con un posto nei nidi d’infanzia su base locale, a circa il 15%. «Al governo non piacciono i bambini stranieri ma nemmeno quelli meridionali» è la provocazione lanciata da Saraceno. «Seppur distante dal target europeo del 45 per cento fissato per il 2030, il Governo dichiara una ridefinizione al ribasso del Lep ovvero il livello essenziale delle prestazioni per i nidi. Un messaggio preoccupante per i bambini perché si continua a negare il loro diritto educativo soprattutto dove è più alta la povertà minorile. In questo modo inoltre non si sostiene l’occupazione femminile là in quelle aree dove è già bassa. È inutile aumentare il bonus nido se le strutture non ci sono».
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