CROTONE «Sono rimaste completamente ferme, immobili, nonostante avessero l’obbligo di raggiungere l’imbarcazione al largo e di scortarla in sicurezza nel porto». Così Francesco Verri, legale delle famiglie delle vittime nel naufragio di Cutro, in un’intervista rilasciata oggi al Tg7. L’avvocato commenta la richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dalla Procura, per sei membri delle forze dell’ordine imputati nel processo. I rappresentanti delle autorità italiane sono accusati di naufragio e omicidio colposo. L’inchiesta, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo, avrebbe fatto emergere alcune “inerzie” e “omissioni” che portarono alla tragedia, come sottolineato dall’avvocato nell’intervista rilasciata al Tg7. «Uscirono dei mezzi della guardia di finanza però rientrarono perché inadatti, mentre la guardia costiera che aveva i mezzi idonei non andò alla ricerca dell’imbarcazione. Eppure – evidenzia Verri – tutti sapevano dalla sera prima dal messaggio inequivoco di Frontex che verso le coste calabresi navigava una imbarcazione con migranti». (redazione@corrierecal.it)
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