«Cresce la perplessità a seguito del “colpo di mano” subito dall’Università di Catanzaro che si è vista portare via anche il prof. Ciro Indolfi, uno dei docenti più quotati.
A parti invertite l’accaduto, probabilmente, sarebbe stato considerato uno scandalo. Ci si augura che non sia stato un tentativo per indebolire l’Università di Catanzaro. Certo è che la scelta è caduta su uno dei docenti più accreditati, non considerando il danno che è stato apportato all’Ateneo del Capoluogo della Calabria.
L’accaduto insegna quanto meno che bisogna porre attenzione e soprattutto dialogo tra gli interessati, altrimenti anche la soddisfazione di riuscire in una operazione del genere può determinare acredine e risentimento, condizioni difficilmente “superabili”. C’è da porre attenzione perché l’invidia da una parte e la soddisfazione dall’altra, rischia di radere al suolo ciò che, con oculatezza, era stato realizzato. Inutile sottolineare i dissapori dopo che si è avuta la certezza della vicenda, tenuta debitamente segreta fin da quando non è emersa per bocca dello stesso docente. Ciò, comunque, non avrebbe evitato di coinvolgere nell’operazione anche una parte di classe politica che non ha avuto la capacità (o non l’ha voluta avere) di non permettere che venisse sottratto un docente importante alla Città capoluogo della Calabria. Anche se qualcuno cerca di trovare “riparo” nel detto che “non tutti i mali vengono per nuocere”.
Certo è che quanto è accaduto nei giorni scorsi nella facoltà di Medicina dell’Università di Catanzaro deve servire per il futuro, vigilano che non abbia più a ripetersi. Tanto meno consentire a taluni ambienti politici di schierarsi a favore di un territorio, provocando l’indebitamento delle strutture di un’altra Università.
A meno che non si intenda realizzare scuole di specializzazione che, però, vanno discusse in comunione di intenti. Ciò per evitare il proliferare di uguali facoltà sul territorio regionale. Ciò non è solo per escludere il moltiplicarsi degli stessi corsi di laurea a breve distanza l’uno dall’altro, quanto a tentare di sottrarre docenti alle altre università presenti nella stessa regione».
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