RENDE «Come mai i commissari che reggono il comune di Rende hanno convocato il gruppo Francini che ha redatto il PSC revocato dai medesimi commissari?»: a chiederselo sono Attiva Rende, Federazione Riformista di Rende, Innova Rende e Italia del Meridione di Rende. «Ma come? – aggiungono le quattro sigle – Si revoca la delibera del Consiglio Comunale di adozione del PSC, non per irregolarità della procedura (peraltro discutibilissima), ma per il suo contenuto, avendo rilevato la illiceità di alcune scelte urbanistiche, ed adesso, dopo più di un anno, si convocano i progettisti che quelle scelte hanno operato per autonoma valutazione, ovvero su esplicito indirizzo dell’amministrazione comunale, il che sarebbe peggio. Per fare che cosa? Ricordiamo che il gruppo Francini è risultato vincitore della gara per l’affidamento della progettazione del PSC grazie al punteggio apportato da ben tre professori universitari, che successivamente si sono dimessi in quanto non potevano avallare un piano che non definiamo per carità di patria».
«Pertanto, già la Giunta Manna, a seguito di questa circostanza, avrebbe dovuto prendere atto che erano venuti meno i presupposti di legittimità dell’incarico. Evidentemente, non si è ritenuto conveniente privarsi di utili esecutori e sarebbe arrivato il momento che si proceda a fare ciò che non si è fatto finora. In ogni caso, ribadiamo che, per un milione di ragioni, la programmazione del territorio in una democrazia è compito dei legittimi rappresentanti dei cittadini. Su questo delicato argomento riguardante, per come è evidente, i principi basilari della nostra democrazia rappresentativa, tutelati dalla Costituzione, vorremmo non tornarci senza disturbare competenti autorità».
Per Attiva Rende, Federazione Riformista di Rende, Innova Rende e Italia del Meridione di Rende «non è più tollerabile un attivismo politicamente sospetto in materie delicate, richiedenti una matrice democratica, ed il pilatismo più spinto quando si tratta di tutelare la identità della nostra comunità, oppure quando si sarebbe dovuto non agire in continuità su dossier che hanno portato a conseguenze scellerate, come il taglio di alberi con sessant’anni di vita, ovvero alla costruzione di piste ciclabili assurde, inutili, impattanti e pericolose. Con l’occasione chiediamo ai responsabili a tutti i livelli di provvedere con urgenza alla pulizia di tombini, cunette, canali e del tratto cittadino dei corsi d’acqua, che si presentano pericolosamente intasati e/o coperti dalla vegetazione. Ricordiamo che il cambiamento climatico ha reso quasi tropicali le nostre regioni e, dunque, soggette a improvvisi e devastanti temporali», concludono.
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