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L’addio di Baker Hughes a CoRo, la dura lettera di Urso a Stasi: «La Sua posizione ha pregiudicato l’investimento»

Il Corriere della Calabria propone in esclusiva la missiva con la quale il ministero commenta l’interruzione delle trattative

Pubblicato il: 08/11/2024 – 14:22
di Fabio Benincasa
L’addio di Baker Hughes a CoRo, la dura lettera di Urso a Stasi: «La Sua posizione ha pregiudicato l’investimento»

CORIGLIANO ROSSANO Baker Hughes investirà in Calabria, ma non a Corigliano Rossano. Chi sperava in un passo indietro rispetto alla decisione di abbandonare il progetto di investimento nella terza città della Calabria rimarrà deluso. Gli americani non tornano indietro ma non lasciano la nostra regione, anzi. La notizia arriva direttamente dal presidente della Regione Roberto Occhiuto che, questa mattina, ha incontrato alla Cittadella Paolo Noccioni presidente di Baker Hughes-Nuovo Pignone. A Vibo, la multinazionale investirà 26 milioni di euro.

L’addio amaro a CoRo e la lettera di Urso a Stasi

Baker Hughes, nelle scorse settimane, ha definitivamente abbandonato il tavolo delle trattative per il progetto relativo al nuovo insediamento industriale nel Porto di Corigliano Rossano. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha provato a vestire i panni da pompiere intervenendo subito dopo aver appreso la notizia del dietrofront degli americani. Ma non è riuscito a far cambiare idea rispetto alla volontà manifestata di interrompere qualsiasi trattativa. E in una missiva – i cui contenuti il Corriere della Calabria vi propone in esclusiva – il ministro consapevole della rinuncia della multinazionale si rivolge al sindaco di CoRo Flavio Stasi. «Si tratta di un progetto fortemente strategico per il territorio, sia per la rilevanza che riveste la logistica portuale sia per l’importanza della riqualificazione di un porto che, ad oggi, nonostante le potenzialità, appare sottoutilizzato», sottolinea Urso. Che ricorda e rimarca il suo impegno. «Era stato attivato il supporto di questo Ministero mediante un contratto di sviluppo avente ad oggetto un programma di investimenti finalizzati alla realizzazione di un nuovo sito produttivo presso il Porto di Corigliano-Rossano e all’ampliamento del sito produttivo di Vibo Valentia».
Alla narrazione del percorso tortuoso e del mancato investimento americano, segue una dura posizione assunta dal ministero. «Considerata la strategicità del progetto, si ribadisce, dunque, il rammarico per la determinazione dell’impresa di rinunciare al contratto di sviluppo in conseguenza dei forti rallentamenti causati dal ricorso presentato dall’Amministrazione Comunale – e relativo, come da Lei rappresentato, a meri aspetti procedurali dell’iter autorizzativo -, che procrastina inevitabilmente i tempi di conclusione della procedura, anche in relazione alla paventata ipotesi di convocazione di una nuova Conferenza dei Servizi, con conseguente stato di incertezza per l’impresa circa l’esito finale». In un successivo passaggio, Urso sottolinea come la posizione assunta da Stasi sia stata la causa scatenante dell’addio di Baker Hughes.
«Da parte dell’azienda ci è stato, infatti, comunicato che il quadro di incertezza dovuto alla presa di posizione della Sua Amministrazione avrebbe pregiudicato un investimento, che ben difficilmente può realizzarsi in un contesto di incertezza giuridica connessa al possibile esito negativo di un giudizio pendente». La chiosa è un auspicio ad una ripresa (poi tramontata) delle trattative, con Urso che anticipa gli sforzi profusi per “convincere” la multinazionale a dirottare (la conferma arriva oggi) parte degli investimenti, originariamente destinati a Corigliano Rossano, su Vibo Valentia. «La informo che – scrive Urso – considerate le determinazioni ad oggi assunte dall’azienda, ho dato indicazioni agli Uffici del Ministero affinché sia posto in essere quanto necessario per salvaguardare il supporto e dunque la realizzazione quanto meno degli investimenti previsti sul sito produttivo di Vibo Valentia». (redazione@corrierecal.it)

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